Nella parte dedicata al Giappone ho trovato altri due ricami, che purtroppo erano esposti in una posizione poco favorevole: in una vetrina, in basso, e ombreggiati dal ripiano superiore… un disastro sia per poter guardare da vicino il ricamo che per scattare qualche fotografia. Ora immaginate una persona che, affibbiato il giaccone al marito, si aggira intorno alla grossa vetrina, si piega e si accovaccia da tutti i lati nel tentativo di guardare i ricami da vicino senza farsi ombra… quella persona ero io, e per fortuna il museo era semideserto!
Non so il periodo a cui risalgono, e il ricamo è certamente meno appariscente rispetto al paravento, ma mi è comunque piaciuto, per la vivacità della scena e per il realismo con cui è stata rappresentata la natura, con la sua bellezza ma anche con i suoi difetti, come le foglie mangiucchiate da qualche insetto.
Le foglie sono ricamati con lunghi punti in seta piatta: sono le nervature sovrapposte che mantengono in posizione questi punti, consentendo nello stesso tempo di avere un lavoro saldo ma di esaltare la luminosità della seta liscia.
Poche le parti in seta ritorta: qualche piccola foglia, il centro dei fiori e, per quanto sono riuscita a vedere, gli uccellini.
I colori sono molto tenui, e mi chiedo se erano così anche in origine o se il tempo ha contribuito al degrado delle tinte.
Nell’ultimo rotolo, degli uccellini giocano (o litigano?) tra i tralci del glicine.
Il disegno mi piace molto, con le volute dei sottili getti del glicine, e sono davvero dispiaciuta che questo ricamo non fosse esposto in una posizione migliore, per poterlo apprezzare meglio nella sua interezza.
Seta piatta per foglie e fiori del glicine, seta ritorta per i rametti. Seta ritorta anche per gli uccellini, ma variando gli spessori e la torsione, così che penne e piume hanno una diversa consistenza.
Questi due uccellini che battibeccano, non sono deliziosi?