Museo d’Arte Orientale/2 – il paravento

di | 25 Gennaio 2023

Non ho trovato informazioni su questo paravento, quindi non so a che periodo risale, ma mi è piaciuto davvero molto: la robusta struttura in legno decorata con dragoni e una montagna (il Fuji?) nella parte superiore e con guizzanti carpe nella parte inferiore accoglie quattro pannelli ricamati in seta, con composizioni di fiori in cui predominano peonie (regine dei fiori, simbolo di fortuna e coraggio) e crisantemi (simbolo di immortalità). Attorno ad essi, volteggiano alcuni uccellini.

Sul retro di un pannello, la sorpresa di un dipinto.

Le tinte sono molto tenui: solo qui e là un tocco di azzurro negli uccellini e di rosa nei fiori suggerisce l’idea del colore. Sono il gioco di luci della seta, al variare del verso dei punti, e soprattutto i rilievi nei petali creati dalle pesanti imbottiture che attraggono l’attenzione e conferiscono tridimensionalità al ricamo.

Per gli uccellini diventa importante la differenza di spessore e di torsione del fili: più ritorti per le penne delle ali, meno ritorti per le piume del corpo. Altri punti, sottili, vengono sovrapposti alle piume per rendere l’idea del piumaggio gonfio e morbido. I punti sono orientati seguendo con naturalezza le posizioni del corpo. Senza bisogno di aggiungere troppi dettagli, gli uccellini sono perfettamente verosimili.

E’ una dimostrazione della ampia possibilità di espressione data dall’avere un unico tipo di filo di partenza (la seta piatta) che può essere utilizzato in un numero praticamente infinito di modi: piatto o ritorto, con gradi diversi di torsione, aumentando o diminuendo lo spessore, abbinandolo ad altri fili…

E’ solo con l’esperienza, che si acquisisce ricamando, provando e sbagliando, che si possono pian piano scoprire e affinare le varie modalità espressive. Un cammino continuo, che sono felice di percorrere pian piano.