“Trionfo di virtù” a Genova

di | 13 Novembre 2021

Fino al 9 gennaio 2022, a Palazzo Bianco (Musei di Strada Nuova, Genova), è possibile visitare la mostra “Trionfo di virtù” – Ricami occidentali e orientali delle Raccolte genovesi.

Oltre alla mostra, il museo ha organizzato diversi appuntamenti collaterali, come visite guidate tematiche, per cui consiglio di consultare la pagina Facebook Collezioni Tessili Civiche Genova per rimanere aggiornati.

E’ stato proprio uno di questi appuntamenti che mi ha spinto ad uscire dal guscio e fare una gita in solitaria a Genova: la visita guidata a tema “Materiali e tecniche”, seguita da una proiezione di immagini e un confronto con altri pezzi normalmente non in esposizione.

La gita in solitaria è stata un toccasana: avevo davvero bisogno di spezzare la comoda routine casalinga a cui gli ultimi due anni di pandemia mi hanno abituata, ed anche di riassaporare il piacere di viaggiare da sola. Credo ci sia una sottile differenza rispetto all’essere in compagnia: ho notato una reciproca apertura verso altri viaggiatori solitari, lo scambio di qualche parola, o qualche piccola cortesia.

Poiché la visita era programmata per il pomeriggio, al mattino ne ho approfittato per visitare il Castello D’Albertis e il suo Museo delle Culture del Mondo. Quello meriterebbe un articolo dedicato, ma non essendo strettamente legato al mondo del ricamo, mi limito a mettere una foto dell’esterno per condividere il bel tempo e il meraviglioso cielo con cui mi ha accolto Genova.

Prima dell’orario fissato per la visita tematica ho potuto visitare con calma i Musei di Strada Nuova: partendo da Palazzo Bianco, un labirinto di sale e passaggi porta fino a Palazzo Doria-Tursi, con una esposizione che parte dai quadri, passa per i tessili, e approda alle collezioni d’arte decorativa e applicata: arazzi, ceramiche genovesi, monete… ed anche i violini storici di Paganini, con il “Cannone Guarnieri”.

Ne ho ovviamente approfittato per visitare con calma non solo l’esposizione “Trionfo di virtù”, ma anche la Sala dei Pizzi con i suoi tesori ordinatamente riposti nei cassetti espositori.

Molto merletto a fuselli, un po’ di macramé, ma anche degli interessanti pezzi di merletto ad ago e di reticello. Un bel bordo a reticello e punto in aria (Venezia, fine 1500 – inizio 1600), una coppia di polsi riccamente ricamati e ulteriormente impreziositi da un bordo a fuselli (Genova, 1600-1610), un bordo a punto Venezia a rilievo (Venezia, sec. XVII) di cui nella foto del dettaglio non si apprezzano le dimensioni, la larghezza è solo di un paio di cm o poco più…

E poi punto Venezia corallino, Argentan, punto tagliato finissimo… una festa per gli occhi. Unica nota dolente, qualche cassetto un po’ malconcio che non si apriva completamente.

Ma facciamo un passo indietro: la sezione tessile si apre con un pezzo spettacolare. Il gonfalone della città di Genova, disegnato da Clemente Perosio e ricamato da Enrichetta Brusco, nella Scuola d’Arte Industriale Femminile “Duchessa di Galliera” di Genova, tra il 1899 e il 1900, in velluto ricamato in seta.

Il gonfalone è di dimensioni importanti, ma non per questo il ricamo è meno dettagliato o raffinato, anzi. Lo spazio a disposizione ha consentito un disegno estremamente dettagliato che è stato reso, nel ricamo, con una varietà di punti e di tecniche davvero interessanti. La luminosità della seta è esaltata dal punto raso, nei fiori, dove maggiormente si apprezza la varietà di colori. Ma in altri dettagli il ricamo in sovrapposizione, in diversi strati, ha dato rilievo e tridimensionalità agli elementi decorativi.

Una meraviglia il grifone, in cui il punto raso in seta si fonde armoniosamente con il ricamo in oro, dando vita alle piume delle ali e alla criniera. Le foto purtroppo non rendono benissimo, i colori sono un po’ falsati, mentre dal vivo il passaggio tra seta e fili metallizzati è molto più armonioso.

Nella mostra si spaziava invece dal ricamo europeo a quello orientale, con alcuni pezzi particolari, come i tessuti da preghiera del XX secolo del popolo Hazara (Afghanistan), ricamati interamente con colorati motivi ambilato a punto scritto.

Ho trovato particolarmente interessante un ricamo dell’Immacolata: seta su carta. La finezza della seta e il ricamo perfetto a punto raso contrastano con la povertà e la fragilità del supporto, e mi hanno fatto pensare alla maestria della ricamatrice, che di sicuro non ha potuto permettersi esitazioni od errori.

Molto curiosi i due quadri a fili incollati, realizzati da Marianna Elmo (Lecce, 1730-?). La base è un raso di seta dipinto, su cartone, su cui sono stati incollati fili di seta e fili d’argento dorati. Sulla parte da decorare con i fili, veniva steso un leggero strato di cera d’api, che fungeva da collante e su cui venivano posati e per così dire incastrati, i fili, seguendo le linee del disegno e dei drappeggi degli abiti dei santi.

Importante, come dimensioni e come ricchezza del ricamo, il palliotto d’altare, in un trionfo barocco di fiori dove gli elementi architettonici, ricamati in oro, hanno una importante imbottitura che crea una forte tridimensionalità.

La visita guidata, in cui si è parlato di materiali e tecniche, si è conclusa con una proiezione di immagini di riepilogo e approfondimento e con una ulteriore chicca: la possibilità di ammirare alcuni gilet e marsine, con i loro bottoni ricamati in stoffa, che normalmente non sono in esposizione. Alcuni cassetti sono stati aperti per noi, svelando queste bellezze, di cui metto qualche particolare.

Mi piacciono molto i musei “vivi”, dove vengono organizzate queste attività collaterali. E’ un valore aggiunto che crea un collegamento tra le persone e il museo, e mi sembra che – per fortuna – sempre più musei stiano evolvendo da musei “statici” a musei “attivi”, che invogliano le persone a ritornare. Chiudo facendo i miei complimenti ai Musei di Strada Nuova per questa bella mostra.