Testo tradotto dall’originale inglese di Carol Sylvester da Stefania Bressan, con il permesso dell’autrice.
L’Hardanger è tipicamente visto come un ricamo norvegese, che prende il nome dall’omonimo distretto sulla costa occidentale del paese. Comunque, le radici dell’Hardanger si allungano fino all’antica Asia e alla Persia, con alcune tecniche italiane come il reticello, anch’esso una parte di questo passato.(1)
Molti dei motivi che si ritrovano nell’Hardanger possono essere fatti risalire all’Egitto, all’India e alla Siria.(2)
L’Hardanger è il più famoso dei ricami in bianco della Norvegia. E’ semre stato utilizzato come una forma decorativa di ricamo. Durante il suo periodo più popolare, dal 1650 al 1850, fu utilizzato principalmente come abbellimento su abiti da donna, cuffiette, grembiuli e su camicie da uomo. Dopo il 1850, fu utilizzato anche su articoli decorativi per la casa.(3)
Il ricamo di Norvegia si sviluppò più lentamente del ricamo degli altri paesi scandinavi, principalmente perchè il paese era tagliato fuori dal resto del continente da barriere geografiche.(4) Come risultato, l’Hardanger non cambiò molto dal suo stile tradizione fino a quando i norvegesi non iniziarono a lasciare il loro paese natio. Man mano che l’Hardanger divenne noto al di fuori del paese, le donne cominciarono a sperimentare con tutti gli aspetti della tecnica di ricamo.
Tradizionalmente il ricamo era fatto con motivi strettamente geometrici e simmetrici, in bianco su bianco o ecru; le donne in Danimarca e Svezia iniziarono cambiando le aree tagliate ed iniziarono ad usare materiali con colori pastello.(5) Fin dalla prima parte del XX secolo, quando i norvegesi arrivarono in America, venne aggiunto ancora più colore, e in alcuni casi diventarono estremamente elaborati. L’Hardanger moderno viene spesso fatto su stoffe di colori vivaci con filati coordinati o contrastanti, e in molti pezzi la maggior parte della stoffa viene coperta da dettagliati ricami di superficie o tagliati via per dar maggior spazio ai motivi simili a pizzo.
I predecessori dell’Hardanger erano ricamati su una rete di garza molto fine, e, quando la tecnica divenne popolare in Norvegia, era ricamata su una stoffa bianca con molti fili per centimetro, di solito lino. Ancora una volta, tuttavia, l’emigrazione dei norvegesi portò a un cambiamento. Come l’Hardanger divenne più popolare in America, la stoffa cambiò dal tradizionale lino ad una stoffa di circa 90 fili per 10 cm, con tessitura a canestro, nota oggi come stoffa Hardanger.(7) Nei primi anni del 1900, il lino divenne scarso, e perciò più costoso, e le ricamatrici cercarono una stoffa alternativa. La stoffa scelta fu di cotone principalmente perchè era immediatamente disponibile.(8)
Dopo la perdita di popolarità durante la metà del 1900, questo tipo di ricamo ebbe una rinascita negli anni ’80 e ’90. I disegnatori di Hardanger si avvantaggiarono della grande varietà di stoffe e fili disponibili per il ricamo, ed è quasi certo che le donne che praticarono quest’arte quando era agli albori non la riconoscerebbero oggi.
Note bibliografiche:
(1) Dardis, Joan Pavel. “Vesterheim-The Norwegian-American Museum.” Treasures in Needlework, Summer 1993, p. 61.
(2) Dardis, Joan Pavel. “Vesterheim-The Norwegian-American Museum.” Treasures in Needlework, Summer 1993, p. 61.
(3) Nielsen, Edith. Scandinavian Embroidery: Past and Present. Charles Scribner’s Sons, New York, NY. 1978.
(4) Nielsen, Edith. Scandinavian Embroidery: Past and Present. Charles Scribner’s Sons, New York, NY. 1978.
(5) Nielsen, Edith. Scandinavian Embroidery: Past and Present. Charles Scribner’s Sons, New York, NY. 1978.
(6) Nielsen, Edith. Scandinavian Embroidery: Past and Present. Charles Scribner’s Sons, New York, NY. 1978.
(7) Dardis, Joan Pavel. “Vesterheim-The Norwegian-American Museum.” Treasures in Needlework, Summer 1993, p. 61.
(8) Vainius, Rita. “The History of Hardangersom, Part II.” Caron Collection Website, www.caron-net.com/may99files/may99fea.html, accessed 9 June 2003.