Guida al punto croce

di | 10 Febbraio 2011

Versione italiana di Needlework FAQ: Counted Cross Stitch Tutorial

Kathleen M. Dyer — <kdyer@verio.com>
For rec.crafts.textiles.needlework
June 13, 2000

Copyright 1994-2000 Kathleen M. Dyer
All rights reserved.

Traduzione di Stefania Bressan


E’ consentita la distribuzione di questo articolo nella sua totalita’ per uso non commerciale, purche’ questa indicazione di copyright non sia rimossa o alterata e che nessuna parte di questo lavoro sia venduta, ne’ da sola, ne’ come parte di un piu’ ampio lavoro, senza l’esplicita approvazione dell’autrice.


Indice

1. Scegliere la stoffa – Aida o Lino/Tessitura regolare?
2. Scegliere il filato
3. Scegliere l’ago
4. Fissaggio del colore dei filati
5. Preparare la stoffa
6. Telaio o in mano?
7. Lunghezza della gugliata
8. Numero di capi da utilizzare
9. Dove iniziare a ricamare
10. Come iniziare una gugliata
11. Fare la croce
12. Parti di punto (3/4 e 1/4)
13. Spostamenti con il filo
14. Come finire la gugliata
15. Punto scritto
16. Prevenire attorcigliamenti e nodi
16.1. Il metodo dei binari (railroading)
16.2. Strumenti per distendere (laying tools)
17. Dove sono?
18. Ricamare su lino e altre stoffe a tessitura regolare
19. Ricamare su un filo
20. Combinazione di fili (tweeding)
21. Usare fili sfumati
22. Punto nodini
23. Perline
24. Firmare e datare
25. Lavaggio e conservazione
26. Mani morbide
27. Montaggio, passpartout e cornici
28. Modificare colore di pelle e capelli
29. Ricamare su altri materiali
29.1. Garza di seta
29.2. Canovaccio a perdere
30. Attrezzatura
30.1. Aghi
30.2. Telai e simili
30.3. Lenti di ingrandimento e lampade
31. I dibattiti
31.1. Trama e ordito e perchè sì e perchè no
31.2. Il diritto del lino
31.3. Il verso del filo
32. La quantita’ di filato per punto croce


1. Scegliere la stoffa – Aida o Lino/tessitura regolare?

Il punto croce ha poche regole. La principale e’ di provare piacere nel farlo. Potete seguire o ignorare qualsiasi dei suggerimenti elencati in questa FAQ e sarete comunque una “vera” puntocrocista.

Generalmente, si impara prima a fare il punto croce sull’aida e si impara a ricamare sul lino o altri tessuti a tessitura regolare quando si diventa piu’ esperti. A giudicare dai commenti in questo newsgroup, la maggior parte delle persone che sa lavorare sul lino lo preferisce alla tela aida.
Come sempre, tuttavia, e’ una questione di gusto personale. Alcune ricamatrici molto esperte preferiscono l’aida.

Una stoffa a tessitura regolare e’ qualsiasi stoffa che ha lo stesso numero di fili per pollice in entrambe le direzioni (orizzontale e verticale). I singoli fili possono non essere della stessa consistenza (lo si puo’ vedere nel lino), ma il numero di fili e’ lo stesso.

Primo, la regola tradizionale — ricamare sull’aida usando un telaio e ricamare sul lino “in mano”. Nella pratica, le persone fanno quello che va meglio per loro.

Vedi la sezione 6. Telaio o in mano? per una discussione “in-mano contro con-il-telaio”.

Vedi la sezione 30.2 Telai, ecc. per maggiori informazioni sull’attrezzatura in se’.

La maggior parte dei tessuti a tessitura regolare non sono cosi’ rigidi come l’aida. Questo puo’ essere un punto a favore o a sfavore, dipende dalle preferenze. La differenza di rigidita’ non e’ di solito influente quando la stoffa e’ tenuta tesa da telai a rullo o a cornice (scroll bars o stretcher bars).

Sull’aida si ricama una X per quadrato, mentre sul lino e sugli altri tessuti a tessitura regolare si lavora generalmente su due fili. Questo significa che un disegno su un lino “28 count” (28 fili per pollice – 11 fili per cm.) o su aida “14 count” (14 quadrati per pollice – aida 55) ha la stessa dimensione.

Vedi la sezione 18. Ricamare su Lino e altre stoffe a tessitura regolare per una spiegazione piu’ dettagliata del ricamo su due fili.

Le parti di croce (1/4 e 3/4) sono molto piu’ facili da fare sui tessuti a tessitura regolare. Sull’aida, l’ago deve bucare nel mezzo del piccolo quadrato per completare il punto. Questo puo’ essere reso più semplice usando un ago di piccole dimensioni (numero 26 o 28). Sui tessuti a tessitura regolare non è necessario alcun buco, poiché l’ago passa
semplicemente tra due fili.

Vedi la sezione 12. Parti di croce (1/4 e 3/4) per una spiegazione piu’ dettagliata delle parti di croce.

Alcune persone trovano piu’ facile vedere i buchi sul lino e altre stoffe a tessitura regolare mentre ricamano, altre trovano più facile l’Aida.

Anche l’aspetto della stoffa nello sfondo puo’ essere preso in considerazione quando si sceglie la stoffa. Dovrebbero essere considerati sia l’aspetto della superficie che il colore.

L’aida e’ generalmente meno costosa. A prescindere dal tipo di stoffa scelta per il lavoro, sarebbe bene scegliere sempre la miglior qualita’ che ci si puo’ permettere. La quantita’ di tempo investita in un progetto puo’ essere abbastanza rilevante, ed e’ molto piu’ preziosa di un piccolo risparmio iniziale.

Inoltre e’ bene assicurarsi di conoscere la composizione della stoffa e se richiede qualche cura speciale.

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2. Scegliere il filato

Gli schemi commercializzati suggeriscono che tipo e che colore di filato utilizzare. I kit forniscono anche il filato.

Comunque, ci sono dei casi in cui si vuole selezionare da soli il filato.

Il filato fornito con il kit è di cattiva qualita’
Se sei fortunata, lo schema fornito con il kit elenca la marca e i numeri dei colori. Questo, con i kit che forniscono filato di cattiva qualità non accade molto spesso. Se non c’è una lista, cerca di avere una cartella colori di una delle grandi marche di filati, come DMC o Anchor. Cercane una che includa anche un campione dei filati. Contronta i colori del kit con quelli della cartella nella maniera piu’ accurata possibile. Fallo alla luce naturale, se possibile. Trascrivi i numeri dei filati che
ti servono sullo schema, vicino al corrispondente simbolo.
Se non puoi trovare una cartella colori, porta il filato di cattiva qualità nel tuo negozio abituale, e fai lì il confronto. Fai attenzione, perché l’illuminazione in molti negozi può falsare i colori.
Hai disegnato tu lo schema
Se hai abbastanza esperienza per creare da sola il tuo schema, probabilmente hai anche abbastanza esperienza per selezionare i filati. Considera la possibilità di utilizzare i molti nuovi tipi di filato che sono ora disponibili, come quelli metallizzati e le sete tinte a mano.
Tieni sempre in mente la destinazione finale di qualsiasi cosa tu stia ricamando. Ad esempio, non usare una seta non resistente al lavaggio su un bavagliolo per bambini.
Vuoi utilizzare una marca diversa da quella suggerita
Alcuni schemi forniscono la numerazione dei colori per due o tre produttori di filato. Se non e’ cosi’, cerca una tabella di conversione dei colori dei filati.
Vuoi un aspetto o una finitura diversa
Considera la possibilita’ di utilizzare i molti nuovi tipi di filato che sono ora disponibili, come quelli metallizzati e le sete tinte a mano. Tieni sempre in mente la destinazione finale di qualsiasi cosa tu stia ricamando. Ad esempio, non usare una seta non resistente al lavaggio su un bavagliolo per bambini.
Vuoi utilizzare colori diversi da quelli suggeriti
Se e’ un disegno geometrico o una immagine semplice senza ombreggiatura, sostituisci i colori come preferisci. Una attenzione maggiore e’ richiesta per immagini complesse. Confronta i valori del vecchio e del nuovo insieme di colori per assicurarti che siano gli stessi. Puoi farlo guardando i fili attraverso vetro o cellophane rossi, o fotocopiandoli in bianco e nero.

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3. Scegliere l’ago

I punti di ricamo a fili contati dovrebbero essere fatti con un ago da tappezzeria (tapestry needle). Gli aghi da tappezzeria hanno le punte spuntate e crune più larghe degli aghi da cucito. Le punte spuntate evitano che l’ago fori i fili della stoffa.

Questi aghi sono disponibili in diverse misure. Un numero più alto indica un ago più piccolo. Per il punto croce si utilizzano normalmente gli aghi numero 22, 24, 26 o 28.

Una regola tradizionale dice che si dovrebbe utilizzare un ago 22 se la stoffa è un 14 count (14 fori per pollice, ovvero circa 55 fori in 10 cm) o meno, un 24 o 26 se la stoffa è un 16-18 count (equivalente all’aida 65-72), e un ago 28 se la stoffa è più fina di un 18 count. La maggior parte della gente ignora questa regola e usa l’ago con cui si trova meglio.

Anche la grossezza del filato e il numero di capi utilizzati può influenzare la scelta della misura dell’ago.

La solita “regola” vige: trovate una misura che vi piace.

Alcune persone consumano la finitura degli aghi anzitempo. Al di là dell’essere fastidioso, questo rende l’ago più difficile da utilizzare. Esistono delle finiture speciali, come d’oro e di platino. Costano di piu’, ma alcune ricamatrici trovano che durino molto piu’ a lungo. Provate le diverse finiture finche’ trovate quella con cui lavorate meglio.

Anche se i braccioli delle poltrone sono un posto molto comodo per puntarci gli aghi, un simile uso fa si’ che gli altri membri della famiglia acquisiscano una conoscenza degli attrezzi del vostro lavoro piu’ intima di quanto loro o voi desideriate.

Un puntaspilli e’ una soluzione ovvia. Anche le custodie per aghi funzionano bene. Queste sono scatoline piccole e piatte foderate sulle facce interne con calamite. Le custodie per aghi possono costare da 5$ per una piccola di plastica a piu’ di 30$ per una scatola buona, fatta a mano, di legno e ottone.

Alcune persone hanno avuto buoni risultati anche con i contenitori magnetici per graffette, che sono disponibile in tutti i posti che vendono forniture per ufficio.

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4. Fissaggio del colore dei filati

Il filato è generalmente resistente al lavaggio, ma alcune persone preferiscono essere molto caute quando utilizzano colori scuri o intensi in progetti di qualità che devono essere tramandati nel tempo. Se decidete di essere molto caute con i colori scuri o intensi, fate quanto segue.

  • Rimuovere il filato dall’involucro.
  • Posizionare ogni matassina di filato in un diverso contenitore di vetro contenente acqua distillata fredda o a temperatura ambiente. Alcune persone
    raccomandano di aggiungere aceto o sale all’acqua, ma l’utilità dell’aceto varia con il tipo di tintura e puo’ anche causare danni.
  • Risciacquare il filato nell’acqua distillata.
  • Se l’acqua non rimane pulita, sostiture l’acqua e risciacquare ancora.
  • Ripetere fino a quando l’acqua non rimane pulita.
  • Mettere il filato su un tovagliolo di carta bianco ad asciugare. Il colore del filato non dovrebbe trasferirsi sul tovagliolo bianco. Se dovesse succedere, risciacquare ancora.

Ovviamente, tutto ciò non va fatto quando si sa già che il filo e’ stato tinto con tinture che non reggono il lavaggio.

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5. Preparare la stoffa

I consigli seguenti sono solo delle precauzioni. È meglio elencare molte cose a cui una ricamatrice può fare attenzione, ma voi sarete comunque liberi di utilizzare o ignorare questi consigli.

Tagliare la cimosa. Molte persone raccomandano di ricamare un progetto in maniera tale che l’ordito vada dall’alto in basso, con la cimosa a lato.

Vedi la sezione 31.1. Trama e ordito per una spiegazione dettagliata di come riconoscere trama e ordito, e perche’ dovreste volerlo fare.

Tagliare la stoffa a misura per il progetto. Lasciare un eccesso di 3 o 4 pollici (dai 7,5 ai 10 cm) su ciascun lato.

Prelavare le stoffe molto scure o di colore rosso intenso per essere sicuri che il colore non stinga. Risciacquare fino a quando l’acqua è pulita. Ovviamente, questo non va fatto se sapete che la stoffa è stata tinta con una tintura che non regge al lavaggio.

Se ci sono pieghe, assicurarsi che scompaiano. Risciacquare o stirare la stoffa.

Preparare i bordi della stoffa per prevenire lo sfilacciamento. Alcune scelte:

  • usare una macchina da cucire per fare uno zig-zag
  • usare una tagliacuci per sorfilare le estremita’
  • piegare i bordi della stoffa e imbastirla a mano
  • fare un sopraggitto a mano per fissare i bordi
  • usare un nastro per mascherature, ma allora lasciare un ulteriore 1/2″ (un centimetro abbondante) lungo tutto il bordo, cosi’ si puo’ tagliar via la stoffa con tracce di collante quanto e’ finito il ricamo. Componenti chimici di qualsiasi genere possono causare un deterioramento della stoffa anni dopo.
  • lasciare che si sfilaccino. Molte stoffe si sfilacciano solo per pochi fili. Se lo sfilacciamento non vi dà fastidio, lasciate che avvenga.

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6. Telaio o in mano?

Innanzitutto, parliamo della regola tradizionale: ricama sull’aida con un telaio e ricama sul lino “in mano”. Nella pratica, le persone fanno ciò che ritengono meglio. La maggior parte di coloro a cui piace tenere tesa la stoffa tendono ad evitare i telai rotondi in favore di “scroll bars” o di “stretcher bars” quando lavorano su lino o altri tessuti a tessitura regolare, poiché i telai rotondi possono danneggiare la stoffa o lasciare dei segni.

Vedi la sezione 30.2. Telai e simili per maggiori informazioni sull’attrezzatura.

Vedi la sezione 18. Ricamare su lino e altri tessuti a tessitura regolare per una spiegazione piu’ dettagliata del ricamo su lino.

Per lo scopo di questa discussione, usiamo la parola “telai” per riferirci a tutte quelle cose che possono essere utilizzate per tenere tesa la stoffa: telai tondi, “stretcher bars”, “scroll bars” e Q-Snaps.

Alcune persone trovano piu’ facile controllare la tensione della gugliata con un metodo, altre si trovano meglio con un altro. La cosa piu’ importante da ricordare e’ di usare quello con cui ci si trova meglio.

Vantaggi del ricamo “in mano”:

  • Il ricamo può essere fatto con il sewing method, che richiede meno movimenti rispetto allo stab method. Il sewing method può essere piu’ veloce.
  • Non ci si deve preoccupare di rovinare le crocette gia’ fatte o di lasciare segni sulla stoffa.
  • Il progetto e’ piu’ facilmente trasportabile, senza il peso e l’ingombro dei telai.
  • Alcune persone amano sentire la stoffa tra le proprie mani; è parte del piacere del ricamo.

Vantaggi del telaio:

  • Può tenere la stoffa ben tesa, per chi preferisce così. Può essere utilizzato con la stoffa un pò morbida, per chi preferisce il sewing method.
  • Una maggior porzione di stoffa è visibile, rispetto a quando viene tenuta in mano.
  • La maggior parte dei telai puo’ essere utilizzata con i sostegni da tavolo o da terra. I sostegni permettono di ricamare a due mani, dove una mano e’ tenuta sopra e l’altra sotto il progetto. I telai di buona qualita’ sono a tutti gli effetti dei bei pezzi di arredamento, e tengono in vista il lavoro corrente.
  • Anche le persone che hanno difficolta’ a reggere i lavori per lunghi periodi di tempo possono trovare utili i supporti, in quanto li aiutano a evitare o ridurre gli effetti di tendiniti, artriti e crampi.

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7. Lunghezza della gugliata

Il filo dovrebbe essere tagliato ad una lunghezza di circa 18 o 20 pollici (45 o 50 cm), o il doppio se il filo sarà doppiato per il metodo del cappio. Alcune persone utilizzano la lunghezza del braccio quando devono fare il cappio.

Vedi la sezione 10. Come iniziare una gugliata per maggiori informazioni sul metodo del cappio.

I fili metallizzati, o comunque qualsiasi fibra con una superficie molto ruvida, dovrebbero essere tagliati un po’ più corti. Aiuta a prevenire lo sfilacciamento.

Molte persone preferiscono dividere il filo nei diversi capi, per poi ricombinarli. Questo e’ noto come lo “stripping” del filato. C’è meno attorcigliamento e annodamento, e le croci vengono piu’ piatte. Per separare un filo dagli altri, prendi la punta del filo tra il pollice e l’indice. Tirare verso il basso tutti i fili rimanenti con l’altro pollice e indice. Sembrerà che si formi un nodo. Bisogna avere fede. Tutto
riesce alla perfezione.

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8. Numero di capi

Il numero di capi di filato da utilizzare è, come molte cose nel punto croce, aperto alle scelte personali. Tradizionalmente, una certa parte della stoffa dovrebbe essere visibile. Comunque, alcune persone preferiscono un aspetto pieno, ben coperto.

Alcune scelte comuni sono:

  • due o tre capi per stoffe con 14 punti per pollice (55 in 10 cm);
  • due capi per stoffe con 18 punti per pollice (70 in 10 cm);
  • tre o quattro capi per stoffe con 11 punti per pollice (44 in 10 cm).

Se siete in dubbio, provate a ricamare alcuni punti in un pezzetto della stoffa che volete utilizzare, per vedere se ottenete l’aspetto desiderato.

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9. Dove iniziare a ricamare

Finalmente siamo pronti per iniziare la prima croce su un nuovo pezzo di stoffa. Qual è la posizione giusta da cui partire? Il centro della stoffa? La parte superiore sinistra? La parte inferiore destra?

Mentre il disegno deve essere necessariamente centrato, il punto dove si inizia a ricamare è a scelta della ricamatrice.

Qui ci sono diverse scuole di pensiero.

    • Lasciare che sia il disegno stesso a suggerire il punto d’inizio. Ogni disegno ha un suo punto migliore per iniziare.
    • Iniziare nel mezzo. Questo rende molto semplice assicurarsi che ogni cosa sia centrata. Il centro del disegno è anche molto spesso più interessante da ricamare.
    • Il punto d’inizio dipende dalla direzione in cui si ricama. Bisogna cercare di trovarsi con l’ago che viene su con il minor numero possibile di croci già fatte vicine, e va giù con il maggior numero possibile. Per esempio, qualcuno che ricama cosi’:
        /////XXXX

dovrebbe iniziare nell’angolo superiore sinistro del disegno:

        XXXXXXXXX
        ////XXXXX

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10. Come iniziare una gugliata

E ora un suggerimento deciso: non annodare il filo. Una eccezione può essere fatta in casi speciali, come una croce isolata senza altri punti vicini nel disegno.

  • I nodi possono creare irregolarità e protuberanze sul diritto quando il lavoro è incorniciato.
  • I nodi possono intrappolare il filo mentre si ricama.
  • I nodi possono causare una tensione irregolare del filo e distorcere la stoffa.
  • I nodi possono saltar fuori sul davanti del lavoro, specialmente su una stoffa con tessitura rada.
  • I nodi sono più difficili da disfare se viene commesso un errore.
  • I nodi danno un aspetto disordinato al rovescio. Una buona regola generale è che un dietro ordinato significa anche un davanti di migliore aspetto.

Così, cosa si dovrebbe fare? Ci sono diversi metodi elencati qui sotto.

Molta gente ne usa più di uno, lasciando che siano le circostanze a determinare la scelta.

Scorrimento sotto i punti
Far scorrere il filo sotto 4 o 5 punti sul rovescio, se sono nelle immediate vicinanze del punto dove si deve iniziare. Si può scegliere di fare anche un sopraggitto dopo il secondo o terzo punto sotto i quali si scorre: questo aiuta a fissare il filo. Talvolta i colori scuri si scorgono quando sono fissati sotto colori più chiari. Assicuratevi che questo non accada.Una variante: se ricamate in maniera tale che sul dietro rimangono solo linee verticali, provate a fare un sopraggitto o a intrecciare in su (o giù) alcuni di questi punti verticali. Questa tecnica dà ottimi risultati per un dietro ordinato.

Metodo del cappio
Il metodo del cappio funziona solo con un numero pari di capi.
Per due capi, iniziate con un filo lungo, circa 36 o 40 pollici (circa 90 o 100 cm). Piegatelo nel mezzo. Infilate l’ago così che le due estremità siano la coda, vicino all’ago, e il “cappio” sia l’estremità più lontana dall’ago. Iniziate il punto con l’estremita’ del “cappio” un po’ sotto la stoffa. Quando l’ago ritorna giu’ nel lato inferiore, infilatelo tra il cappio e la stoffa, e tirate gentilmente.
Nodo a perdere senza nodi
Iniziate con il filo sul lato superiore, a uno o due pollici (da 2,5 a 5 cm) di distanza da dove volete iniziare a ricamare. Lasciate una coda
di filo sul lato superiore.
Se piazzate accuratamente la coda prima di iniziare, questa verrà ricoperta sul dietro man mano che ricamate i punti. Quando avrete finito alcuni punti, tirate sul dietro la coda rimanente. Infilatela sotto alcuni nuovi punti, se necessario.
Nodo a perdere
E’ simile al metodo senza nodi descritto precedentemente. La differenza è che la coda che rimane sul davanti è annodata, in modo che agisca come un’ancora.
Iniziate la gugliata sul davanti. Dovrebbe iniziare più lontano dal punto da ricamare rispetto al metodo precedente, poiché la coda e il nodo sul davanti verranno tagliati quando i punti sono stati ricamati.
Se piazzate accuratamente la coda prima di iniziare, questa verrà ricoperta sul dietro man mano che ricamate i punti. L’eventuale coda rimanente sul dietro viene infilata sotto i nuovi punti, se necessario.
Nodo a perdere lontano
E’ simile al metodo del nodo a perdere descritto precedentemente. La coda sul davanti è annodata, per agire come un’ancora. Iniziare la gugliata dal diritto. Dovrebbe essere piazzata fuori dalla zona da ricamare, così che la coda non viene coperta mentre si ricama. In un tempo successivo, il nodo sul davanti viene tagliato, e la coda rimanente sul dietro viene fatta scorrere sotto i punti esistenti. Un nodo a perdere lontano dà maggior controllo sulla tensione del filo e su come i primi e gli ultimi punti appaiono sul davanti.

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7. Fare la croce

Una delle poche regole del punto croce è che tutte le crocette devono andare nella stessa direzione. Non importa se la mezza croce inferiore è “/” e quella superiore e’ “\” o viceversa. Bisogna semplicemente assicurarsi che ogni croce nel lavoro sia fatta nello stesso modo. (Per essere perfettamente onesti, ci sono delle eccezioni a questa regola, come i 3/4 di croce.)

La direzione dei punti che viene imparata inizialmente da una persona sembra dipendere dalle abitudini della zona in cui si abita. La sola ragione per cui potrebbe essere di qualche importanza è se si sceglie uno schema particolarmente complesso di un altro paese. Alcuni schemi complessi con molte croci parziali o altri punti di ricamo hanno una impercettibile predisposizione, dando per scontato che la X sarà fatta in una particolare direzione.

Le ricamatrici che usano il metodo tradizionale completano ciascuna X man mano che procedono:

XXXXXXXX

Le ricamatrici che usano il metodo danese fanno prima le mezze croci inferiori, quindi completano le X nel ritorno:

////XXXX

Molte persone utilizzano un misto tra le due tecniche. Esse usano il metodo danese per la maggior parte dei punti, ma occasionamente fanno croci isolate
come una completa X.

Un’altra scuola raccomanda di fare le righe con il metodo danese e le colonne con il metodo tradizionale. In questo modo sul dietro del lavoro si ottengono trattini verticali.

Apparentemente, alcuni imparaticci antichi che sono stati fatti con il metodo tradizionale sono sopravvissuti fino a oggi perchè la X tiene unita la stoffa, e la fibra stessa che forma la X è meno soggetta a consumo.

Il metodo “una-croce-alla-volta” funziona bene quando si ricama sopra un solo filo, anziché gli abituali due, perché aiuta ad impedire che il filo scompaia dietro la stoffa.

Molte persone trovano il metodo danese più veloce, e che causi meno confusione nel determinare la posizione corrente.

Scegliete il metodo che vi piace, preferibilmente uno con cui il dietro appaia ordinato. Anche se un dietro ordinato non è necessario per un buon aspetto frontale del lavoro, normalmente aiuta.

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8. Parti di croce (1/4 o 3/4)

Le croci parziali (1/4, 1/2 e 3/4) sono semplicemente delle croci con dei bracci mancanti. Sono utilizzate per creare degli aspetti arrotondati a un disegno (1/4 e 3/4) o un aspetto irreale, immateriale (1/2).

Le croci parziali (1/4 e 3/4) possono essere molto più facili da fare sul lino o altri tessuti a tessitura regolare. Sull’aida, l’ago deve forare nel mezzo del piccolo quadrato centrale per completare il punto.
Questa operazione può essere agevolata utilizzando un ago di piccole dimensioni (n. 26 o 28).

Sul lino non e’ necessaria nessuna “foratura”, poiché l’ago scorre semplicemente tra due fili.

1/4 di punto è fatto partendo da un angolo del quadrato e puntando l’ago nel mezzo.

3/4 di punto è fatto perlopiù ricamando prima il braccio corto, come un 1/4 di punto, e quindi completandolo con un 1/2 punto per fare le altre due braccia. Notate che questa è una eccezione alla regola che tutte le croci devono andare nella stessa direzione, poiché il braccio lungo del punto può andare indifferentemente “/” o “\”.
Ci sono alcune occasioni in cui le persone preferiscono scegliere di fare prima il 1/2 punto e quindi di ancorarlo con il 1/4 di punto, al fine di raggiungere un certo effetto.

Spesso, 1/4 di punto e 3/4 di punto condividono un singolo quadretto.
Questo significa che una decisione è lasciata alla ricamatrice: quale parte è l’1/4 e quale il 3/4?

Come in molti altri casi, la decisione spetta alla ricamatrice. Qui elenchiamo diversi metodi, ognuno dei quali fornisce un diverso aspetto.

  • Se c’è del punto scritto a dividere le due parti, ricama due 1/4 di punto e lascia che sia il punto scritto a dividerli.
  • Determina quale parte è lo sfondo del disegno, e ricama da quella parte 3/4 di punto (una eccezione può essere fatta per i dettagli molto piccoli). Il punto scritto, se c’è, può essere fatto sopra o all’esterno del braccio lungo del punto.
  • Se nessuna delle due parti fa parte dello sfondo, fai 1/4 di punto con il colore che viene ricamato per primo. Completa con 3/4 di punto quando ricami con il secondo colore.
  • Fai due 3/4 di punto.

Talvolta uno schema prevede che una intera zona sia riempita con 1/2 punti invece di croci intere. Se non ci sono precise istruzioni, è lasciato alla ricamatrice il compito di decidere la direzione dei 1/2 punti (se uguali alle mezze croci inferiori o alle mezze croci superiori).

Le mezze croci “inferiori” sono piu’ intuitive per alcune persone.

Le mezze croci “superiori” tendono a confondersi meglio con lo sfondo, cosa che potrebbe essere l’effetto voluto.

Talvolta è il disegno stesso a rendere ovvia una determinata direzione. Per esempio, i 1/2 punti utilizzati per rappresentare le penne in un’ala dovrebbero probabilmente seguire l’inclinazione delle penne stesse.

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13. Spostamenti con il filo

Se non ci sono zone da ricamare tra due punti, si possono fare spostamenti senza affrancare il filo, ma solo per brevi distanze. Questo significa 3 o 4 quadretti sull’aida o 4 fili sul lino.

Il filo può essere spostato per distanze maggiori se la zona tra i due punti è stata (o sarà ricamata). Quanto distante?
Questo dipende da quanto sono relativamente scuri i colori. Lo spostamento del filo dovrebbe essere passato sotto i punti esistenti, ma talvolta i colori scuri traspaiono quando vengono passati sotto colori chiari. Accertatevi che questo non accada. Anche nelle migliori condizioni, probabilmente non dovreste spostare il filo per più di 5 o 6 punti.

Provate a pianificare il vostro lavoro, cosi’ che non sia necessario spostarsi molto lontano per fare la prossima croce.

Cosa succede se un disegno ha delle croci isolate senza altri punti vicini? Immaginate un disegno che rappresenti i fiocchi di neve con crocette singole e sparpagliate. E richiede che ogni croce venga fatta con tre capi di filo bianco su una stoffa scura. Provate a viaggiare di croce in croce, ma il filo bianco si vede attraverso la stoffa. Cosa fare?
Provate il seguente consiglio. Usate un capo solo di filo, ma ricamate la prima metà del punto tre volte. Ora avete terminato la prima barra, con tre capi. Fate lo stesso per la seconda metà del punto.
Quando vi sposterete verso il prossimo punto, un filo singolo sul retro non sarà altrettanto visibile di tre fili.

O, se volete essere più radicali, usate i nodi: uno dei pochi casi in cui penso che un nodo vada bene. Usate un capo solo per fare il punto come descritto sopra. Quindi prendete le due estremità del filo, annodatele per fissare il punto e tagliate le estremità. Un nodo fatto con un singolo capo non sarà molto grande e non dovrebbe creare irregolarità sul davanti. Se prevedete di presentare il ricamo
ad un concorso, non fate nodi.

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14. Come fermare la gugliata

Non sorprendentemente, le tecniche per fermare la gugliata ricordano quelle per iniziarla.

E ora un suggerimento deciso: non annodare il filo. Una eccezione può essere fatta per casi speciali, come un punto isolato senza altri punti vicini nel disegno.

Un buon metodo è quello di far scorrere il filo sotto 4 o 5 punti sul rovescio. Si puoò scegliere di fare un sopraggitto intorno ad uno dei punti sotto ai quali si sta scorrendo. Questo aiuta a bloccare il filo.

Talvolta i colori scuri traspaiono quando sono passati sotto a quelli piu’ chiari. Assicuratevi che questo non accada.

Se ricamate in maniera che sul rovescio ci siano solo trattini verticali, provate a fare un sopraggitto o tessere in su (o in giu) per alcuni di questi punti verticali. Questa tecnica aiuta ad avere un rovescio dall’aspetto molto ordinato.

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15. Punto scritto

Il punto scritto andrebbe fatto dopo che tutte le croci della zona sono state completate. Il numero di fili da utilizzare è indicato normalmente nelle istruzioni, e il caso più comune è di un filo solo.
Il punto scritto può essere fatto da sinistra a destra, da destra a sinistra, dall’alto in basso, dal basso in alto, o anche in diagonale.
Tutto dipende da dove le evidenziazioni vanno fatte. Un punto scritto da sinistra a destra verrra’ fatto in questo modo (su nei numeri dispari, e giu’ nei numeri pari):

                   o-----o-----o-----o-----o
                   2     1     3     5     7
                         4     6     8

Per fare un angolo senza lasciare una diagonale sul rovescio: (su nei numeri dispari e giu’ nei numeri pari)

                                     o 7
                                     |
                                     |
                                     |
                                     o 6 8
                                     |
                                     |
                                     |
                         o-----o-----o
                         2     1     3
                               4     5

Alcune persone preferiscono la doppia filza (anche conosciuta come punto Holbein). Questo e’ vero in particolar modo se il punto scritto le lascerebbe con il filo in mezzo al niente. Per fare una doppia filza, andate avanti facendo un punto si e uno no (su nei numeri dispari e giu’ nei numeri pari):

                  o-----o     o-----o     o-----o
                  1     2     3     4     5     6

quindi tornate indietro, riempendo i vuoti:

                  o-----o-----o-----o-----o-----o
                  11    10    9     8     7

Per impedire che la linea appaia ondeggiante, siate regolari nel viaggio di ritorno. Venite su sempre su un lato del punto gia’ esistente, e andate giu’ sempre sull’altro lato. Ad esempio, venite su al di sopra del punto 7 e andate sotto al di sotto del punto 8.

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16. Prevenire attorcigliamenti e nodi

Fate lo stripping. Questo significa dividere il filato nei fili individuali e quindi ricombinarli. Così ci sono meno attorcigliamenti e nodi, e le croci risultano più piatte. Per separare un filo dagli altri, prendi la punta del filo tra il pollice e l’indice. Tirare verso il basso tutti i fili rimanenti con l’altro pollice e indice. Sembrerà che si formi un nodo. Bisogna avere fede. Tutto riesce alla perfezione.

Fate scorrere ogni singolo filo su una spugna umida appena prima di utilizzarlo. Questo fa stare il filo molto più liscio e piatto. Ricordate: alcune fibre, come la seta, non devono essere inumidite.

Se sapete in quale direzione tendete ad attorcigliare il filo, fate una piccola torsione nella direzione opposta dopo ogni punto.

Provate ad infilare l’ago con l’estremita’ “giusta” del filo. Vedi la sezione 31.3 L’estremita’ giusta del filo per maggiori informazioni.

Lasciate penzolare l’ago con una certa frequenza in modo che si disattorcigli.

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16.1. Il metodo dei binari (railroading)

Potete utilizzare una tecnica chiamata railroading per prevenire l’attorcigliamento.

Quando si fa la meta’ superiore della croce, si tira l’ago e il filo sul davanti del lavoro per iniziare il punto nel solito modo. Quindi si mette la punta dell’ago tra i due capi giusto dove essi escono dalla stoffa, in modo che l’ago punti nella direzione in cui deve andare per completare la croce, e portatelo a finire il punto.

Il pallino nello schema indica dove l’ago andrà infilato per completare il punto.

            o         //
                     //
                    //     <--- prima meta' del punto
                   //
                  //
                 //
                //
               //
              //     \     <--- punta dell'ago
             //       \
            //         \_________
                      / \        \
                     /   \       |     <--- filo
                    |     \      |
                    |      \     |
                    |       \    |
                    |        O    \
                    |        ||    \
                    |        ||     \
                    \        ||      \___________
                     \__________________________ \
                             ||                 ||
                             ||                 ||
                             ||                 ||
                             \\_________________//
                              \_________________/

Nel caso in cui il grafico precedente non sia comprensibile, qui c’e’ una
ulteriore descrizione.

Da: Martha Beth Lewis

Qui c’e’ dell’ascii art per iniziare:

                                #

                           x

                    o

Porta l’ago sul davanti della stoffa nel punto “o”. L’ago andrà sul dietro del lavoro nel punto “x”, ma non fare ancora nulla.

Prendi il filo che viene fuori da “o” e disponilo sulla superficie del lavoro. Metti le dita sul punto “#” sui due fili e tienili sulla superficie del lavoro. I fili dovrebbero giacere da “o” a “#”, attraversando il punto “x”. Immagina che siano due mazze da golf che giacciono parallele su ciascun lato della buca (la “buca” in questa analogia e’ la “x”).

Tenendo le dita su “#”, punta l’ago in “x” tra i fili. Leva
le dita da “#”.

Ora tira tutto il filo sul dietro. Vedrai che i due fili giacciono perfettamente paralleli.

Il railroading elimina l’attorcigliamento nel filato, facendo sì che le croci giacciano in maniera molto bella perché i due fili sono completamente paralleli. L’attorcigliamento nel filato è in effetti trasferito piu’ in avanti nel filo, così si dovrà disattorcigliarlo un po’ più spesso rispetto a quanto lo si farebbe quando non si fa il railroading. Con questo intendo che bisogna lasciare penzolare l’ago dal di sotto del lavoro.

Il railroading rende anche la superficie del lavoro più piatta, migliora la copertura del filato, e (alcuni dicono) massimizza la quantità di luce riflessa dal filato.

Il railroading aggiunge tempo ad ogni punto. Quelle che ricamano nelle competizioni applicano sempre il railroading. I giudici notano la differenza.

Una scorciatoia è quella di fare il railroading solo sulla metà superiore della croce, poichè questa è quella che si vede più chiaramente, sebbene alcune ricamatrici dicano che possono vedere chiaramente anche la metà inferiore del punto.

Fate una prova. Fate una fila o due di punti senza il railroading, e alcune con il railroading applicato sia sotto che sopra. Vedrete una differenza significativa. Ora fate una riga con il railroading applicato solo sopra. Cosa ne pensate? C’è una differenza abbastanza significativa da meritare il tempo extra?

Ci si abitua al railroading, e diventa una seconda natura, ma aggiunge un sacco di tempo per finire il progetto. Sta a voi decidere se il risultato vale il tempo extra. Come ho detto prima, i giudici sembrano sapere la differenza!

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16.2 Strumenti per distendere (laying tools)

Un laying tool può aiutare a tenere i fili non attorcigliati quando si ricama con più capi di filo o altre fibre. Per utilizzarli ci vuole una mano libera, quindi aiuta molto avere il lavoro in un telaio con supporto.

Molte cose possono essere utilizzate come strumenti per distendere i punti: un ago da tappezzeria molto grosso, un ferro da maglia molto piccolo, un “trolley needle”, o anche un vero e proprio laying tool.

Iniziate il punto tirando l’ago e il filo sul davanti come il solido. Leggermente tirate il filo allontanandolo dalla direzione del punto. Usate lo strumento per lisciare il filo contro la stoffa vicino a dove il filo emerge dalla stoffa. Questo dovrebbe far sì che i capi giacciano piatti e paralleli. Completate questa parte del punto puntando l’ago nella stoffa e tirandolo dal rovescio come il solito. Come tirate il filo verso il dietro, usate lo strumento per tenere una piccola tensione nel filo. Questo manterrà i fili appena lisciati paralleli.

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17. Dove sono?

Ci sono diversi modi di tenere traccia di dove si e’ arrivati. Trovate quello piu’ facile per voi:

  • Marcate con un evidenziatore o con un pennarello le diverse parti sullo schema man mano che le finite.
  • Ad alcune persone piace vedere la forma delle diverse zone. Colorate l’intero disegno prima di iniziare a ricamare, usando colori diversi per ogni simbolo. I colori non devono necessariamente essere simili ai colori del filo.
  • Un suggerimento da Judy Latting sfrutta entrambi i metodi precedenti…
    Usando gli evidenziatori, utilizzo il giallo per marcare i simboli del colore che sto per iniziare a ricamare. Ho il totale di ogni simbolo nelle informazioni dello schema, così conto man mano che coloro, in modo da essere sicura di colorarli tutti. Questo mi permette di pianificare il percorso migliore che posso ottenere attraverso lo schema. Come completo questi punti, ripasso il giallo con un evidenziatore rosa. Ora quando guardo lo schema, tutto quello che è arancione è completato.
  • Laminate lo schema con carta adesiva trasparente. Segnate le parti man mano che le finite con un pennarello cancellabile a punta fine. Lo schema puo’ essere ripulito con un tovagliolo di carta quando avete finito. Funziona sia con gli schemi a colori che con quelli in bianco e nero.
  • Mettete lo schema su un piano di metallo e usate un segnalino magnetico che può essere spostato in giro man mano che ricamate. Una variante è quella di utilizzare strisce di plastica su lavagnette non magnetiche.
  • Usate bigliettini Post-It. Sono facilmente spostabili e trasportabili.
  • Imbastite una griglia sulla stoffa. Ad alcune persone piace la griglia di 10×10 punti. Altre usano semplicemente una riga orizzontale e una verticale che attraversano il centro. Una variante è quella di imbastire un piccolo “righello” vicino al bordo della stoffa, al di fuori dell’area del ricamo. Fate attenzione ad utilizzare un filo di colore che non contrasti troppo con la stoffa, nel caso in cui l’imbastitura si lasci dietro piccoli residui pelosi. Usate un filo che non venga forato dall’ago così che possa essere tirato fuori facilmente quando avete finito. Alcune persone trovano che i fili da quilting vadano bene. Potete estrarre il filo quando lo raggiungete, o ricamarci sopra e tirarlo fuori più tardi. Fate delle prove per scoprire quale metodo va meglio per voi.
  • Contate due volte. Contate da due punti diversi.

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18. Ricamare su lino e altri tessuti a tessitura regolare

Il lino può essere a tessitura regolare o meno. Talvolta il lino a tessitura non regolare è utilizzato per riprodurre i vecchi imparaticci. Per gli scopi di questa FAQ, assumeremo però che parleremo sempre di lino a tessitura regolare.
Altri tessuti a tessitura regolare sono composti di cotone, fibre sintetiche e misti.

Per un’occhiata al dibattito “aida-contro-lino” vedi la sezione 1. Scegliere la stoffa – Aida o Lino/Tessitura Regolare?..

Innanzitutto, la regola tradizionale dice di ricamare sull’aida con un telaio e sul lino e gli altri tessuti a tessitura regolare “in mano”.
Nella pratica, la gente fa quello con cui si trova meglio.

Vedi la sezione 6. Telaio o in mano? per una discussione su “in-mano contro con-il-telaio”.

Vedi la sezione 30.2 Telai e simili per maggiori informazioni sull’attrezzatura.

I tessuti a tessitura regolare si lavorano di solito su due fili. Questo significa che un disegno fatto su un lino “28 count” (28 fili per pollice – 11 fili per cm.) ha la stessa dimensione se lavorato su una aida “14 count” (14 quadretti per pollice – aida 55).

Le ricamatrici che hanno molta pratica di ricamo sul lino raccomandano di iniziare vicino a un filo verticale. E’ piu’ semplice spiegarlo con un disegno.

Se inizi la tua X con questa diagonale: “/”, allora…

             | |      | | Y
        --------------| |---
        --------------| |---
             | |      | |
             | |      | |
             | |      | |
             | |      | |
             | |      | |
        -----| |------------
        -----| |------------
           X | |      | |
             | |      | |

…vieni su con l’ago in X e vai giu’ in Y (o viceversa).

Se invece inizi la tua X con questa diagonale: “\”, allora…

           X | |      | |
        -----| |------------
        -----| |------------
             | |      | |
             | |      | |
             | |      | |
             | |      | |
             | |      | |
        --------------| |---
        --------------| |---
             | |      | | Y
             | |      | |

I motivi per iniziare vicino ad un filo verticale:

  • le croci iniziate vicine a dei fili orizzontali talvolta non hanno un aspetto altrettanto bello, e possono scivolare al di sotto;
  • iniziando vicino ad un filo verticale rende molto piu’ facile accorgersi quando per sbaglio si va sopra 1 o 3 fili.

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19. Ricamo su un filo

Con ricamo su un filo si intende il ricamare un disegno su lino o altre stoffe a tessitura regolare su un filo di tessuto. Questo è fatto spesso con un solo capo di filato, ossia “uno su uno”.

Nella sezione precedente, abbiamo visto che un disegno ricamato su due fili su un lino 28 count (28 fili per pollice) ha la stessa dimensione che sulla aida 14 count (14 croci per pollice). Ma ricamando su un filo su un lino 28 count abbiamo una immagine la cui dimensione è solo 1/4 delle precedenti.

Un problema può essere causato dalle croci che scivolano sul lato sbagliato della stoffa. Questo accade più raramente se ogni croce viene completata prima di iniziare la successiva. Ci sono anche altre tecniche aggiuntive per prevenire questo problema. Due di esse sono descritte di seguito.

Nello schema successivo, venire su attraverso la stoffa nei numeri dispari e scendere sotto nei numeri pari.

Ogni croce va sopra una intersezione dei fili della stoffa. Ogni intersezione nella stoffa ha un filo orizzontale o verticale sopra.

Supponiamo che la prima metà della prima croce venga fatta venendo su nell'”1″ e andando giu’ nel “2”. Il punto sta venendo sopra ad un filo orizzontale della stoffa. A causa di ciò, si dovrebbe andare orizzontalmente al di sotto per trovare il buco iniziale per la seconda metà della croce. Così, si viene su nel “3” e giu’ nel “4”.

Facciamo la prima metà del punto successivo. Poiché prima si e’ andati giu’ nel “4”, ora si deve venire su nel “5” e giù nel “6”. Il punto viene sopra ad un filo verticale della stoffa. Perciò, si dovrebbe andare verticalmente al di sotto per trovare il buco iniziale per la seconda meta’ della croce. Così, si viene su nel “7” e giu’ nell'”8″.

             | |       | |       | |       | |       | |
             | |       | |       | |       | |       | |
        ---------------| |-----------------| |-----------------
        ---------------| |-----------------| |-----------------
             | |       | |       | |       | |       | |
             | |       | |       | |       | |       | |
             | |  3    | |  2/7  | |  5/12 | | 9/16  | |  14
             | |       | |       | |       | |       | |
             | |       | |       | |       | |       | |
        -----| |-----------------| |-----------------| |-------
        -----| |-----------------| |-----------------| |-------
             | |       | |       | |       | |       | |
             | |       | |       | |       | |       | |
             | |  1    | |  4/6  | | 8/10  | | 11/13 | |  15
             | |       | |       | |       | |       | |
             | |       | |       | |       | |       | |
        ---------------| |-----------------| |-----------------
        ---------------| |-----------------| |-----------------
             | |       | |       | |       | |       | |
             | |       | |       | |       | |       | |

Un secondo metodo usa il metodo danese che consiste nel fare prima le metà croci inferiori lungo una riga, e nel completare le croci nel ritorno.

Ma per prevenire lo slittamento dei punti sul lato sbagliato della stoffa, un continental stitch viene usato al posto di un mezzo punto. Questo appare come un mezzo punto sul diritto, ma sul rovescio c’e’ una lunga diagonale.

In questi schemi, si viene su nei numeri dispari e si va giù nei numeri pari.

Nell’andata:

                 1    3    5
                /    /    /
               /    /    /
              /    /    /
             /    /    /
            /    /    /
           2    4    6

e nel ritorno, per completare le croci:

          5    3    1
           \    \    \
            \    \    \
             \    \    \
              \    \    \
               \    \    \
                6    4    2

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20. Combinazione di fili (tweeding)

Con “tweeding”, talvolta chiamato “blended needle” (lett. ago mescolato) o “blended thread” (filato mescolato), ci si riferisce all’uso di due o più colori di filato nello stesso tempo (infilati insieme nell’ago).

Come dovrebbero giacere i due colori in relazione l’uno all’altro è lasciato alla scelta personale. Alcune persone preferiscono avere un aspetto uguale per ogni punto. Altre lasceranno invece “cadere” ogni colore come capita (senza attorcigliamenti), da punto a punto.

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21. Usare filati sfumati

Il filo sfumato e’ utilizzato per creare effetti interessanti e disegni particolari. Sebbene si sia sempre liberi di fare come ci si sente in vena, ci sono alcuni approcci piu’ metodici. Il seguente e’ un metodo, ma non e’ sicuramente l’unico.

Sciogliete il filo dalla matassina e arrotolatelo per la lunghezza su una stecca da una yarda (circa 91,5 cm). Quelli che vivono in paesi con il sistema metrico decimale dovrebbero tagliar via qualche centrimetro dall’estremita’ di una stecca da un metro.

Accuratamente tagliate il filo nel mezzo e a ciascuna estremità, ottenendo quattro gruppi di filo. Due gruppi dovrebbero essere più chiari, e due più scuri, globalmente. Unite i due gruppi più chiari insieme e considerateli come un gruppo solo. Fate lo stesso con i due gruppi più scuri. Quando ricamate il disegno, completate ogni X man mano che procedete.

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22. Punto nodini

Questa FAQ parla di punto croce, ma c’è un altro punto che dovrebbe essere affrontato, ovvero il punto nodini. Si incontra i molti schemi di punto croce.

Per fare un punto nodini (French knot):

  • portate sul davanti del lavoro l’ago e il filo nel punto dove bisogna fare il nodino
  • puntate l’ago nella stoffa a una piccola distanza da dove è uscito. Non tirate tutto l’ago sul rovescio. Sul lino, la distanza sarà di un filo. Sull’aida, puntate l’ago nel quadratino vicino.
  • avvolgete il filo due volte attorno all’ago, e tiratelo
  • continuando a tenerlo teso, fate scivolare i due avvolgimenti giù lungo l’ago fino a che sono contro la stoffa. A questo punto, dovrebbe assomigliare ad un nodino con l’ago che lo attraversa
  • tenendo il nodo stretto, finite di tirare l’ago e il filo rimanente sul rovescio della stoffa.

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23. Perline

Sta diventando sempre più comune nei disegni l’utilizzo di perline. Le perline andrebbero attaccate dopo che il punto croce e il punto scritto sono terminati.

Il filato può essere filo per perline, filo uguale al colore della perlina, filo uguale al colore della stoffa, filo da quilting, o qualsiasi tipo di filo trasparente. Ognuno di questi produrrà un effetto diverso, con un filo chiaro che rende più brillante il colore della perlina e un filo scuro che smorza il colore.

L’ago può essere un ago da perline o un ago da tappezzeria #28.

Il metodo piu’ semplice di attaccare una perlina e’ con un mezzo punto o con un quarto di punto.

Un metodo per evitare che le perle pendano o scivolino richiede due capi di filo. Attaccate la perlina con un mezzo punto, venendo su dal primo buco, attraversando la perlina, e andando giù nel secondo buco (in diagonale). Quindi, ritornate su dal primo buco, dividete i due capi di filo intorno alla perlina così che ognuno di essi vada su un lato, e tornate giù nel secondo buco.

Un’altra tecnica, che si dice vada bene per fare le righe, inizia con le perline attaccate lungo la riga con mezzi punti. Alla fine della riga, il filo è fatto correre indietro fino all’inizio attraverso le perline, sopra la stoffa.

Un altro metodo ancora utilizza un punto croce completo. Attaccate la perlina utilizzando un mezzo punto, quindi completate la croce attraversando di nuovo la perlina. L’ordine e la direzione dei due mezzi punti determina se il buco nella perlina punta da lato a lato o dall’alto in basso.

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24. Firmare e datare

Dovreste firmare e datare il vostro lavoro? Se deve partecipare ad un concorso, è meglio di no. Cercate le regole, prima. Altrimenti, fatelo! Siate orgogliose delle vostre capacità. Firmare può anche rendere un pezzo più prezioso, man mano che gli anni passano.

I samplers normalmente includono nel disegno le iniziali della ricamatrice e l’anno. Tutti gli altri disegni richiedono un pò più di creatività nella parte della firma.

Alcune persone utilizzano inchiostro permanente e firmano sul bordo, dove verrà nascosto dalla cornice. Personalmente, perché dovreste voler nascondere queste informazioni interessanti e preziose?

La maggior parte delle persone trova il modo di ricamare il loro nome e la data con lettere minute, su uno o due fili. Fate alcune prove su un pezzo di stoffa, fino a che trovate un aspetto che vi piace.

Non abbreviato l’anno. Ricamate “2000” invece di “’00”. Il vostro ricamo può sopravvivervi di molti anni, e anche se potete pensare che il vostro lavoro non sia importate, le generazioni future potrebbero dissentire.

Ci sono diverse cose che potete fare per rendere una firma visibile ma non appariscente. Per esempio, utilizzare un colore che è solo di un tono o due più scuro della stoffa. O incorporare la firma in una ombra, utilizzando il colore dell’ombra. O metterla sotto un oggetto, utilizzando il colore dell’oggetto. O trovare un modo per renderla parte del disegno…

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25. Lavaggio e conservazione

Ovviamente, quando si devono lavare ricami su bavaglini, asciugamani, abbigliamento e tovaglioli, va fatta qualsiasi cosa necessaria per ottenere il pulito.
Se questo significa che vanno messi in lavatrice con detersivo e candeggina, che sia pure.

Comunque, le cose che verranno tramandate hanno bisogno di trattamenti speciali, altrimenti potrebbero diventare le cose che non verranno mai tramandate. Qui ci sono alcuni suggerimenti che sono molto cauti. Elencare diverse cose che una ricamatrice potrebbe voler sapere sembra la cosa più sicura. Voi poi sarete libere di usare od ignorare questi consigli.

Mentre state ricamando:

  • Lavate sempre le mani prima di ricamare, e tenetele pulite mentre lavorate. Non usate creme per le mani prima di ricamare. Tenete le mani lontane dai capelli, dalla faccia, dai popcorn, dalla pizza e molto lontane dalla barretta di cioccolato. Vedete la sezione 26. Mani morbide per informazioni su come neutralizzare gli effetti di tutti questi lavaggi.
  • Non si fuma vicino al lavoro.
  • Fate attenzione all’inchiostro degli evidenziatori, e al toner delle fotocopie.
  • I lavori, specialmente quelli su scroll frames, diventano dei lettini per gatti molto graziosi. Potete scegliere di considerare il pelo che si inframezza al lavoro come parte del disegno. Se non è così, provate ad utilizzare un rullo adesivo per togliere i pelucchi o delle pinzette.
  • Non conservate il lino o altre stoffe fini nella plastica per lunghi periodi. La plastica può intrappolare l’umidità e, nel tempo, rilasciare sostanze chimiche. D’altro canto, conservare i lavori nella plastica mentre sono in lavorazione può aiutare a tenerli puliti. Questo assumendo che ci vogliano meno di 5 anni per completare il lavoro :-).
  • Se volete conservare un lavoro in corso per più di qualche giorno, arrotolatelo piuttosto di piegarlo. Avvolgetelo in una stoffa, preferibilmente bianca.
  • Se utilizzate un telaio tondo, togliete il progetto dal telaio dopo ogni seduta di ricamo.
  • Mettete il lavoro sul telaio dal rovescio. Questo fa sì che il davanti del lavoro non tocchi nulla quando il telaio è appoggiato. Da’ anche modo di avere più spazio per lavorare sul rovescio del lavoro per terminare le gugliate.
  • Provate a non tenere il lavoro in modo che le mani non tocchino il davanti del lavoro. Ad esempio, ripiegate la stoffa eccedente sul davanti e tenete li’ il lavoro. Alcune persone utilizzano uno strato di tessuto leggero, flanella bianca o pellicola di plastica sopra al lavoro, con una apertura al centro attraverso cui ricamare. Questi possono essere messi in un telaio tondo, e forniscono qualcosa da poter tenere in mano.

Pam Holmes suggerisce…

Io sono destrorsa, e normalmente tengo il lavoro con la mia mano sinistra. Per prevenire le macchie, indosso un guanto bianco sulla mano sinistra. Funziona a meraviglia 🙂 Ho appena completato un bell pull (6 mesi di contatto regolare) e non ci sono macchie che sbirciano da qualsiasi parte :}

Quanto avete finito di ricamare:

  • Lavate sempre il lavoro quando e’ completato. Non importa quanto spesso lavate le mani prima di ricamare, ci saranno i grassi cutanei rimasti che potrebbero causare macchie e danni piu’ tardi.
  • Evitate qualsiasi cosa che esponga il lavoro per lungo tempo (molti anni) a composti chimici. Ad esempio, non utilizzate Scotch Guard.
  • Non lavate a secco, se possibile. I prodotti chimici possono avere effetti a lungo termine. Se il lavoro viene perso dalla lavanderia, sarete rimborsati solo del costo dei materiali. Alcune stoffe e fibre (lana e seta) possono richiedere il lavaggio a secco. In questo caso, andate da un pulitore dall’ottima reputazione, e parlate ampiamente con lui del miglior modo per fare la pulitura.
  • Lavate a mano ciascun pezzo individualmente in acqua fredda o tiepida. Per gli oggetti estremamente delicati, utilizzate acqua distillata a temperatura ambiente. Per pulire, utilizzate qualcosa che sia a pH neutro e che non abbia agenti sbiancanti. Questo significa qualcosa di simile alla “Orvus paste” (usata anche per lavare cavalli e mucche), “Quilt Soap” (che è sapone Orvus confezionato in piccoli contenitori per chi non ha bisogno di una confezione da un gallone), “Treasure Wash”, ecc. Orvus è in realtà un nome commerciale per il sodium lauryl sulfate. Provate
    ad utilizzarne un cucchiaino da te per ogni gallone d’acqua (4,5 litri). Non usare Woolite, detergenti aggressivi o candeggina perché i colori possono stingere. Lasciate il progetto ammollo per diversi minuti. Risciacquate abbondantemente, ma non strofinate o strizzate. Se il colore stinge, ripetete il tutto fino a quando l’acqua rimane limpida. Alcune persone aggiungono aceto nell’acqua quando lavano a mano, per aiutare a impedire che i colori stingano.
  • Togliete il lavoro dall’acqua e mettetelo su un asciugamano di spugna bianco pulito. Arrotolatelo come un rotolo di pan di spagna, per togliere l’acqua in eccesso. Mentre è ancora umido, mettetelo a faccia in giù su paio di asciugamani e stiratelo con un ferro da stiro senza vapore con calore per lana o lino fino a quando è asciutto. Provate a non muovere avanti e indietro il ferro da stiro. Potreste usare un telo per ricoprirlo, in effetti dovreste usare un telo se ci sono fili metallici. Il processo di stirare fino a quando si asciuga previene asciugature irregolari e grinze
    della stoffa e dei filati. Lasciate asciugare il pezzo all’aria per altre 24 ore prima di incorniciare.

Catastrofe:

Quando una catastofre colpisce, tutti i suggerimenti elencati precedentemente dovrebbero essere ignorati.

Fate quello che dovete fare. Persone di questo newsgroup hanno utilizzato detergenti, candeggina, perossido di idrogeno per rimuovere macchie di bibite gassate, ruggine, muffa, vomito, ketchup e colore stinto.

Filato che stinge
Guardate verso il vostro ricamo a punto croce così carino che vi ha tenuto impegnate per 6 mesi. Con orrore, vedete che la tintura da uno dei filati ha macchiato la stoffa. Cosa fare?
Se le fibre non sono lavabili, potreste essere sfortunate. Ma se sono lavabili, o se voi decidete che le cose sono messe così male che non avete nulla da perdere, provate il seguente consiglio.Se la macchia appare mentre state lavando il ricamo, non lasciatelo asciugare. Risciacquate e lasciate a mollo il ricamo in acqua fredda. Continuate a risciacquare e lasciare a mollo fino a che la macchia è sparita e l’acqua di risciacquo è chiara. Il procedimento può richiedere pochi minuti o diverse ore.

Se vedete una macchia di tintura su un ricamo asciutto, mettete acqua molto fredda nel vostro lavandino o in un catino non metallico e piano.
L’acqua dev’essere profonda solo quanto basta per coprire il ricamo mentre è adagiato in piano sul fondo del lavandino. Metteteci sopra uno strato di ghiaccio. Lasciate tutto in ammollo senza strofinare. Rimpiazzate l’acqua e il ghiaccio quando necessario.

Ruggine
Da melaina, che ha scritto dall’account di una amica, sui trattamenti
per le macchie di ruggine:…Ho avuto un nuovo maglioncino bianco di cotone che è stato lasciato ad asciugare sopra una sedia (stupido, lo so) ma aveva circa 20 diverse macchie di ruggine su di esso, alcune di un pollice quadrato. Comunque mia mamma ha trovato un rimedio in una vecchia guida alle macchie. E ha funzionato!!! Prima fate una prova e assicuratevi che non faccia stingere i colori o sbiadire. Eccola qui…
mescolate un cucchiaino da te di acido ossalico in una tazza di acqua bollente

Ho semplicemente picchiettato le macchie con un panno pulito inzuppato nella soluzione e quindi sono sbiadite via fino a ridiventare un bel bianco. Dopo che si è asciugato l’ho lavato e tutto andava bene. L’ho lavato un po’ di volte e le macchie non sono ricomparse. Non so se questo potrebbe andar bene per i ricami o se potrebbe causare scoloriture anzitempo o consumare la stoffa sebbene in alcuni casi potrebbe valere la pena di fare un tentativo.

Oh, sì, potete compare l’acido ossalico in farmacia, o un’azienda che tratti prodotti chimici. È veramente poco costosa.

Segni di matita
Per i segni di matita, provate la gommapane.

N.d.T. seguono altre ricette per macchie varie che non vengono tradotte,
in quanto utilizzano prodotti non reperibili in Italia. Chi fosse comunque
interessato, faccia riferimento alla versione inglese.

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26. Mani morbide

Molte persone trovano che gli sforzi fatti per tenere le mani pulite per proteggere il ricamo conducano ad un altro problema: mani secche.

Talvolta si rende necessariio utilizzare una crema o una lozione. Se si fa attenzione, questo non dovrebbe danneggiare il vostro ricamo. La caratteristica principale della crema che deciderete di utilizzare è che non dovrebbe essere oleosa.

Diverse persone nel newsgroup consigliano Au Ver a Soie Hand Lotion, Acid Mantle Lotion, e Udder Cream.

Udder Cream e’ stata creata per essere utilizzata nelle mammelle delle mucche, da qui il nome. E’ disponibile nei negozi di alimentari e, in aumento, nei negozi di ricamo e quilting. Talvolta c’e’ confusione su cio’ che e’ e non e’ Udder Cream. Non e’ lo stesso di Bag Balm. In effetti, diversi prodotti sono venduti sotto il nome di Udder Cream, e non tutti sono adatti al ricamo.

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27. Montaggio, passepartout e cornici

Non tutti i lavori hanno bisogno di essere incorniciati come un quadro. I ricami si possono trovare anche su cuscini, biancheria, abbigliamento, coperchi di scatole, gioielli, placche degli interruttori, e così via.

Anche se voi pensate che i venti piccoli ornamenti natalizi che avete terminato l’altra sera tardi non abbiano un grande valore, non sta a voi deciderlo. Tra cinquant’anni, potrebbero essere la gioia e l’orgoglio di qualcuno. E voi non volete essere la persona che manda a monte l’inestimabile collezione di ricami dell’inizio ventunesimo secolo di qualcuno, vero?

Se volete incorniciare il vostro lavoro, qui ci sono alcuni suggerimenti.

Essi sono molto prudenti e cauti. Sembra più sicuro elencare molte cose che una ricamatrice può voler sapere. Voi poi siete libere di utilizzare o ignorare questi suggerimenti. Se portate il vostro lavoro da un corniciaio, chiedete se fanno cornici di conservazione. Assicuratevi che siano a conoscenza dei punti seguenti.

  • Non fare nulla che non possa essere disfatto diversi anni dopo.
  • Evitare qualsiasi cosa che possa esporre il lavoro a lungo a prodotti chimici, metalli o acidi.
  • Tagliare la cimosa prima di incorniciare.
  • Fare un zig-zag ai bordi, o cucire della mussola non candeggiata ai bordi.
  • Utilizzare cartoncino bianco non trattato come sostegno. Sono disponibili nei negozi di cornici, nei negozi di belle arti, e cartolerie. Fatevelo tagliare nel negozio, o usate un taglierino a casa. Fatelo 1/8 di pollice (3 mm) piu’ piccolo della cornice che utilizzerete. Evitate il cartoncino normale e la carta, poiché hanno alti contenuti di acidi. Gli acidi possono danneggiare la stoffa con il tempo. Non utilizzate cartoncini adesivi. Le sostanze chimiche possono danneggiare la stoffa, e la colla può diventare il pranzo per dei piccoli insetti.
  • Centrare il pezzo sul sostegno. Ripiegare sul dietro la stoffa in eccedenza e piegare in dentro gli angoli. La stoffa sul davanti dovrebbe essere tesa ma non tirata. Usare filo interdentale non cerato, filo da quilting o altro filo robusto per allacciare la stoffa al supporto. Allacciate prima i lati lunghi, cucendo da sinistra a destra e indietro, qualcosa di simile all’allacciare una scarpa con solo una estremità del laccio. Distanziate i punti di circa un pollice (2,5cm). Assicuratevi che il filo sia teso in maniera uniforme. Ripetete l’allacciamento per i lati cordi. Rimuovete gli spilli, poiche’ anche gli spilli inossidabili potrebbero arrugginire nel tempo.
  • Se utilizzate i passepartout, assicuratevi che siano fatti di fibre vegetali naturali e senza acidi (anziché di polpa di legno riciclata e trattata).
    Prendete in considerazione questo tipo di passepartout anche per i passepartout doppi e tripli, dove non tutto il passepartout viene a contatto con la stoffa. I passepartout normali invecchiano molto piu’ velocemente, e rilasciano esalazioni.
  • Dovreste usare il vetro? Come per le altre cose, sta a voi decidere. Da un lato, il vetro puo’ proteggere dalla polvere e dall’inquinamento. Dall’altro lato, può intrappolare l’umidità e causare la muffa. Se utilizzate il vetro, accertatevi che non tocchi il ricamo. Degli spaziatori o un passe-partout vanno bene per questo scopo. Il vetro normale va bene. Il vetro antiriflesso standard non va bene, poiché lascia passare più raggi ultravioletti, e può rilasciare sostanze chimiche. Il vetro UV va molto bene, ma è costoso. Decidete quanto vale per voi il vostro lavoro, e siate
    disposti a pagare di conseguenza.

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28. Modificare il colore della pelle e dei capelli

Alcune volte, si può voler modificare i colori della pelle e/o dei capelli di una figura in uno schema, per renderli più somiglianti a quelli di una determinata persona.

Sebbene alcuni schemi forniscano colori alternativi di filato, questo accade ancora raramente. Il tipo di schema che più probabilmente fornisce diversi colori per capelli e pelle e’ quello con un disegno per il matrimonio.

Marilyn Leavitt-Imblum, la designer di Lavender & Lace, Butternut Road, e Told in a Garden, ha colori di pelle alternativi su alcuni disegni.
Elenchi per Asiatici, Afro-americani e Indiani d’America sono disponibili nei suoi uffici nel Maine.

Qui sotto, con il permesso gentilmente accordato da Marilyn Leavitt-Imblum, riportiamo una parte di un suo messaggio su rec.craft.textiles.needlework…

Tenete presente che si va dal chiaro allo scuro, questo e’ un intervallo di colori. Andando su o giu’ per la scala si schiarira’
o scurira’ l’insieme.

I numeri si riferiscono ai filati DMC

  • Afro-americani:
    • Pelle:
      • – 3772
      • + 632
      • E 632+898
      • Labbra in 356 e evidenziature in 632+898 (mescolati)
      • Occhi e ciglia sono evidenziate in 3371
    • Capelli:
        • La maggior parte dei disegni ha da 4 a 6 sfumature di capelli… I piu’ scuri 2 o 3 sfumature.

      Io uso il nero (310), quindi il 3371 per uno o due sfumature e il colore piu’ chiaro con il 3031.

  • Indiani d’America:
    • Pelle (dal piu’ chiaro al piu’ scuro):
      • 950
      • 3773
      • 407
      • 3772
      • 632
    • Capelli (dal piu’ chiaro al piu’ scuro):
      • 3781
      • 3031
      • 3371
      • 310

Cercando i colori indicati nello schema e variandoli (schiarendoli o scurendoli) potrete trovare le sfumature con le quali sostituirli. Fate
una nuova legenda per i colori che avrete sostituito.

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29. Ricamare su altri supporti

29.1. Garza di seta

Il ricamo sulla garza di seta è in effetti una forma di piccolo punto, ma una persona con un po’ di pratica di punto croce non dovrebbe aver problemi a ricamare sulla garza di seta (ad eccezione probabilmente di problemi di vista).

La stoffa è una speciale rete di seta fatta in origine per la professione medica per il trattamento di ustioni. Sebbene diverse misure di reti siano disponibili, quella più comunemente utilizzata per il ricamo è la 40-count. Questo significa 40 punti per pollice (circa 157 in 10 cm), o 1600 punti per pollice quadrato. Questa garza è molto costosa, a oltre 300$ (si’, trecento dollari) per iarda (91,5 cm).
Fortunatamente, anche poca stoffa dura per molto tempo. La garza venduta per il ricamo si trova normalmente montata in una cornice di cartoncino, ed è venduta in misure come 5″ x 7″ (12,7 x 18 cm). Tenete la garza nella cornice mentre ricamate, e rimuovetela dopo aver finito.

Il filo usato normalmente per il ricamo è di seta o di cotone. Usate un solo capo del filato. Non serve che la gugliata sia molto lunga, probabilmente 10″ (25,4 cm) o giù di lì.
L’ago dovrebbe essere corto e appuntito, come un piccolo ago da ricamo.

Lo schema può essere uno qualsiasi degli schemi per il punto croce. Tenete presente che non sarete in grado di fare i quarti di punto.
Inoltre, ogni aggiunta come le perline sarebbe troppo grossa. Notate che seguiamo la tradizione del punto croce piuttosto che quella del mezzo punto quando si tratta di riempire lo sfondo: non si riempie lo sfondo a meno che lo schema non lo richieda. La garza si può vedere.

Il punto utilizzato è il continental stitch al posto del punto croce. Questo appare come un mezzo punto sul davanti, ma il rovescio è una lunga diagonale. In questo schema, venite su nei numeri dispari e andate giù in quelli pari:

                 1    3    5
                /    /    /
               /    /    /
              /    /    /
             /    /    /
            /    /    /
           2    4    6

Non trasportate i fili sul retro in una zona che non verrà ricamata, perché trasparirebbero sul davanti.

Se avete problemi per vedere l’area di lavoro (e la maggior parte delle persone li avrà), utilizzate una lampada con lente di ingrandimento e tenete la garza su uno sfondo scuro.

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29.2. Canovaccio a perdere

Questo è un modo di fare i ricami a fili contati su tessuti con trama non regolare. Il canovaccio a perdere è un tipo speciale di stoffa a trama regolare disponibile in diverse dimensioni di trama. La stoffa è inusuale in quanto i suoi fili sono tenuti insieme dall’amido.
Questo fornisce una griglia per fare il punto croce o altri ricami a fili contati. Quando il ricamo è terminato, il canovaccio viene rimosso inumidendolo per eliminare l’amido che tiene insieme i fili. I fili vengono quindi rimossi uno alla volta, con le pinzette.

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30. Attrezzatura

30.1. Aghi

Qui ci sono alcuni commenti da “Wombat”…

Bene, io ho fatto una figuraccia ad una lezione/incontro con l’ago #10 che pensavo sarebbe servito, solo per scoprire che si supponeva che io avessi un ago #10 appuntito per uso generico e io avevo invece un ago #10 da ricamo. Si fece andar bene un ago #28 da tappezzeria e dopo andai a casa e feci una ricerca.

Crune. Le scelte vanno da rotonda a ovale a ovale lunga o corta. Le crune tonde sono le piu’ piccole, e le ovali lunghe le piu’ larghe. Le ovali corte sono molto simili alle crune tonde, ma piu’ convesse. Piu’ larga e’ la cruna, meno sfrega sul filo che state utilizzando. Il cotone perle’ ha bisogno di una cruna ovale, cosi’ come la lana da ricamo. Per il filo da cucito va bene una cruna tonda. Gli aghi piu’ grossi hanno crune piu’ grosse, ma la forma di base non cambia.

Diametri. E’ cio’ che rende diversa una misura di ago dall’altra. Piu’ e’ grosso l’ago e piu’ e’ piccolo il numero della misura. Ci sono due diverse numerazioni: una va da 1 a 15, l’altra da 13 a 28. In entrambi i casi un numero grande corrisponde ad un ago piccolo. Come diventano piccoli, gli aghi diventano anche piu’ corti. Un numero basso corrisponde ad un ago piu’ grosso e piu’ lungo e con una cruna piu’ grande.

Punte. Gli aghi da tappezzeria sono spuntati, mentre tutti gli altri aghi hanno una punta acuminata. Gli aghi per la pelle hanno una punta triangolare con piccole estremita’ taglienti per tagliare un buco triangolare nella pelle mentre si usano. Anche alcuni aghi per vele sono fatti cosi’. Persino gli aghi per le perline sono appuntiti, sebbene siano spesso cosi’ piccoli che diventa difficile dirlo.

Forma. Beh, sono tutti lunghi e sottili, ma la cruna crea o meno un rigonfiamento che fa differenza quando si fa il punto nodini (french knots) o il punto vapore (bullion knots). Per fare piu’ facilmente questi punti, avrete bisogno di un ago scorrevole e un ago con la cruna tonda ha il minor rigonfiamento, mentre quello con la cruna ovale ha il piu’ grosso rigonfiamento. Gli aghi per trapunte e da tappezzieri sono curvi, per fare i punti nella stoffa dove il rovescio non e’ raggiungibile.

Lunghezza. Alcuni aghi sono molto lunghi, come quelli per infilare perline, da modista, o per fare le bambole. Alcuni sono cosi’ corti che non ci avreste mai pensato, come i “betweens” che misurano meno di un pollice (quindi meno di 2,5 cm). La lunghezza varia a seconda dello scopo, ma gli aghi di diametro maggiore sono anche piu’ lunghi dello stesso tipo di ago di misura minore. Cosi’ un ago 18 da tappezzeria sara’ piu’ lungo e grosso di un ago 24 da tappezzeria.

Cosi’, mettiamo insieme tutto questo ed elenchiamo quali caratteristiche hanno i diversi tipi di ago.

Tappezzeria. Cruna ovale (le misure piu’ piccole hanno un ovale allungato), lunghezza media, spuntati. Misure da 13 a 28. Utilizzi comuni: punto croce, mezzopunto, lavori a fili contati.

Ricamo. Cruna ovale, lunghezza media, appuntiti. Misure da 1 a 13. Utilizzi comuni: ricamo, ricamo con nastri (ribbon embroidery), ricamo con lana, punto smock con filati speciali.

Sharps (appuntiti generici). Cruna tonda, lunghezza media, appuntiti. Misure da 1 a 13. Utilizzi comuni: cucito a mano, punto vapore (bullion knots) e punto nodini (french knot) nei lavori a fili contati, punto smock.

Betweens. Cruna tonda, corti, appuntiti. Misure da 1 a 13, difficile trovarli piu’ grandi del numero 7. Utilizzi comuni: quilting a mano, ricami minuti come il punto ombra.

Beading (per perline). Cruna tonda, molto lunghi, appuntiti. Misure da 10 a 15 corrispondenti all’insieme di misure 13-28. Utilizzi comuni: applicazione di perline e di paillettes.

Produttori diversi faranno gli aghi con una cruna un po’ piu’ larga, o piu’ grossi, o piu’ lunghi, o con metalli diversi. Questa e’ solo una lista generale delle caratteristiche per alcuni dei tipi piu’ comuni di
aghi.

(Grazie a Joan, dirigente del reparto opinioni G-Street Fabrics e a Barbara, dirigente del reparto Bernina, per avermi indirizzato agli articoli piu’ utili.)

30.2. Telai e simili

Prima, la regola tradizionale — ricamare sull’aida usando un telaio e ricamare sul lino “in mano”. Nella pratica, le persone fanno quello che va meglio per loro.

La maggior parte di coloro che preferiscono la stoffa tesa tendono ad evitare i telai tondi (hoop) a favore dei telai a rullo (scrollbars) o a cornice (stretcher bars) quando lavorano sul lino, poiché i telai tondi possono danneggiare la stoffa.

Vedi la sezione 6. Telaio o in mano? per una discussione “in-mano contro con-il-telaio”. La discussione in questa sezione da’ per scontato che abbiate deciso di utilizzare un telaio.

Trucco–Mettete il vostro lavoro nel telaio dal rovescio. Questo fa sì che il davanti del disegno non tocchi nulla quando il telaio è appoggiato. Da’ anche maggior agio sul rovescio per fissare le
gugliate.

  • Supporti per telai (stands). La maggior parte degli articoli successivi possono essere utilizzati con un supporto. Ad alcune persone piacciono i supporti, poiché possono ricamare “a due mani”. Questo è un metodo nel quale una mano è sempre al di sopra della stoffa e l’altra è sempre al di sotto.
    Anche le persone che hanno problemi a reggere i lavori per lungo tempo possono trovare utili i supporti–essi aiutano ad evitare o ridurre gli effetti di tendiniti, artriti e crampi.Ci sono supporti da grembo (lap stand) che stanno a cavalcioni del grembo della ricamatrice o che sono ancorati da una parte e hanno una parte su cui sedersi. I supporti piu’ grossi sono modelli da terra e possono richiedere una grossa quantita’ di spazio. Alcuni sono forniti di supporti per gli schemi, sostegni per lampade e anche portariviste.Un beneficio secondario e’ che i supporti sono normalmente bene in vista con il lavoro corrente molto visibile, pronto per ricevere complimenti e che reclama di essere ricamato. Le persone che hanno gatti potrebbero scoprire che anche i felini apprezzano i supporti, con dispiacere della ricamatrice.
  • Telai rotondi (hoop). I telai rotondi normali sono fatti di legno o di plastica. Sono poco costosi e si trovano facilmente. Sebbene la maggior parte sia tonda, ci sono anche alcuni di forma ovale. Una variante del telaio rotondo e’ costituita da un anello esterno di plastica e da una anello a molla interno di metallo.
    Lamentele comuni sui telai tondi:

    • Dover spostare il telaio man mano che il lavoro progredisce puo’ essere una seccatura.
    • Un telaio tondo posizionato sopra punti esistenti puo’ distorcerli.
    • Possono rimanere segni, macchie o pieghe sulla stoffa.

    Assicuratevi che i telai siano puliti. I telai tondi di plastica possono essere lavati in lavastoviglie.Togliete il telaio quando non ricamate.

  • Telai a rullo (scroll bars). Un set di scroll bars consiste in due scroll bars di legno e due spaziatori. La stoffa e’ attaccata alle scroll bars (che assomigliano a tondini). Gli spaziatori tengono distanti le scroll rods. Queste possono essere attaccate con viti ad aletta (piu’ economiche) o con pomoli di legno (piu’ costosi).Ci sono diversi modi di attaccare la stoffa. Una barra puo’ avere una striscia di materiale resistente graffettata su di essa. La stoffa del lavoro viene quindi imbastita, utilizzando un filato robusto come quello per quilting.
    Un altro tipo ha una fessura nella barra in cui viene piazzata l’estremita’ della stoffa. Una terza modalita’ utilizza una scanalatura nella barra e un bastoncino per tenere la stoffa nella scanalatura.Le barre e i distanziatori sono disponibili in molte misure. Scegliete la barra di una misura un po’ piu’ larga della vostra stoffa. La parte di stoffa piu’ lunga degli spaziatori viene arrotolata sulle barre.

    Una parte maggiore di lavoro e’ visibile rispetto ai telai tondi. La tensione non e’ uguale nelle direzioni orizzontale e verticale, ma questo non si nota troppo se la tensione delle barre e’ tenuta molto ferma.

    E’ possibile acquistare un set di base di barre ad un prezzo abbastanza economico, cosi’ potete provarle e vedere se vi piace.

    Suggerimento–Segnate il centro delle barre, per centrare piu’ facilmente la stoffa. Quanto imbastite la stoffa sulle barre, partite dal centro e lavorate verso le estremita’.

  • Q-Snaps. I Q-Snaps sono fabbricati dalla Q-Snap Corporation, sita negli Stati Uniti a Parsons, Tennessee.
    Essi sono composti da 4 tubi di plastica bianca, di circa 1″ di diametro (2,5 cm), che sono uniti negli angoli per comporre un quadrato o un rettangolo.
    La stoffa è tenuta su ciascun lato da un guscio di plastica che si incastra sopra il tubo.
    I Q-Snaps sono venduti in confezioni di quattro lati, nelle lunghezze di 6″ (15 cm), 8″ (20 cm), 11″ (26,5 cm) e 17″ (42,5 cm). Essi vengono quindi assemblati dall’utente per formare, ad esempio, un rettangolo di 8″x11″.Le persone che li utilizzano li apprezzano per la loro versatilità. Sembra che non si formino le pieghe causate dai telai rotondi. La tensione è uguale su entrambe le direzioni, a differenza dei telai a rullo.
  • Stretcher bars (telaio di dimensioni fisse) Sono fatte di legno.
    Sono vendute in pacchi da due lati. Li ho visti in lunghezze da 4″ a 40″ (da 10cm a 1m). I lati si assemblano per formare un quadrato o un rettangolo.Con le stretcher bars, l’intera area del ricamo è visibile in ogni momento. Alcune persone le preferiscono usare solo con le stoffe più rigide, come il canovaccio, ma altre ricamatrici le usano anche per morbidi lini.

    Le estremità della stoffa dovrebbero essere preparate in qualche modo per renderle più robuste ed evitare lo sfilacciamento. Una imbastitura, orlatura o un nastro sono raccomandati da diverse persone.
    La stoffa viene quindi attaccata al telaio con puntine da quilting o graffette.
    Iniziate nella metà di ogni lato e procedete verso gli angoli. La stoffa dovrebbe essere tesa, ma non distorta. La tensione è uguale nei due versi (orizzontale e verticale), a differenza dei telai a rullo.

30.2. Lenti di ingrandimento e lampade

Una buona illuminazione, di colore e intensità appropriati, possono fare una grossa differenza nella facilità con cui potete mettere in ordine i colori o vedere quei piccoli buchi nella stoffa. Sebbene la
luce naturale sia quella migliore, molte di noi non vogliono o non possono limitare il tempo destinato al ricamo alle ore diurne.

Seguono alcuni estratti da messaggi su questo argomento.

Da: Gillian Cannon

Le lampade a fluorescenza sono disponibili in diversi colori, come quelle a incandescenza. La lampadina “Designer Warm White” in una lampada a fluorescenza vi dara’ i veri colori come con la luce naturale.
Se non prendete il colore corretto della lampada a incadescenza (dalle quali e’ piu’ difficile ottenere colori reali) avrete variazioni di colore piu’ consistenti. Queste sono informazioni ottenute da mia figlia, interior designer, e dalle sue note tecniche sull’illuminazione…

Inoltre, come ho originariamente menzionato, il calore e’ un fattore importante a proposito delle lampade ad incandescenza, cosi’ come la luce focalizzata, che, abbinata ad una lente di ingrandimento, puo’ causare incendi.

Da: Gillian Cannon

Ci sono state alcune discussioni sulle lampadine da utilizzare per il punto croce o altri lavori che richiedono colori “reali”.

Dopo aver consultato un esperto di illuminazione, qui ci sono i suoi suggerimenti.

Le lampade a fluorescenza possono dare l’effetto piu’ simile alla luce naturale di qualsiasi altra fonte artificiale.

Per le fluorescenti circolari (ad esempio, per l’utilizzo nelle Dazor), la Design 50 ha 5000 Kelvins ed e’ la piu’ vicina alla luce naturale. La Designer Cool White e’ anche simile alla luce naturale ma non e’ disponibile in forma circolare.

La seconda miglior luce artificiale e’ quella alogena, con la lampada Daylight, che e’ 6500 Kelvins.

La fonte piu’ scarsa di illuminazione comunemente utilizzata e’ la lampadina ad incandescenza, ma potete trovare lampadine che forniscono illuminazione simile alla luce diurna in un negozio specializzato di illuminazione.

Le lenti di ingrandimento possono essere un grosso aiuto. Ci sono tipi economici che si agganciano agli occhiali. Altri tipi si appendono al collo e si appoggiano al torace. Un terzo tipo è attaccato a una fascia per la fronte.

Un’importante nota di sicurezza per tutti i tipi di lenti di ingrandimento: tenete le lenti lontane dalla luce diretta del sole quando non le utilizzate.
La lente può concentrare la luce del sole ed iniziare un incendio. Per evitarlo, è sufficiente mettere una copertura di stoffa alla lente.

Ci sono lampade con lenti di ingrandimento incorporate. Una marca molto nota è Dazor.

Vantaggi delle lampade con lenti di ingrandimento:

  • ci sono diverse lenti per diversi rapporti di ingrandimento;
  • scelta di lampadine a fluorescenza o a incandescenza;
  • i modelli da pavimento hanno basi appesantite, cosi’ il braccio puo’ essere esteso senza rischio di ribaltare la lampada;
  • le basi vengono, su richiesta, fornite con ruote;
  • ci sono modelli (senza base) che possono essere agganciati ai supporti per i telai.

Svantaggi delle lampade con lenti di ingrandimento:

  • molto costose;
  • molto pesanti.

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31. I dibattiti

Come avete visto in altre parti di questa FAQ, ci sono alcuni argomenti nel ricamo sui quali neanche i professionisti sono d’accordo.

Questa sezione elenca e discute alcuni degli argomenti più energicamente dibattuti.

31.1. Trama e ordito

Importa in quale senso vanno la trama e l’ordito quando si fa un ricamo a punto croce?

Nella tessitura, i fili dell’ordito vanno in senso verticale, mentre quelli della trama vanno in senso orizzontale. La cimosa va in senso verticale, nella stessa direzione dell’ordito.

Alcune persone raccomandano di ricamare in modo che i fili dell’ordito vadano dall’alto in basso, con la cimosa a lato. Se il lavoro deve essere appeso dall’alto, come un bell pull, potrebbe fare una differenza.

In generale, le direzioni della trama e dell’ordito influenzano il punto croce? Ci sono opinioni decise per entrambe le possibilita’. Se notate una differenza, allora fate quello che risulta meglio.

Se si vuole determinare trama e ordito su un pezzo di lino senza cimosa:

  • Sfilare un filo da ciascuna direzione. Il filo dell’ordito sara’ piu’ diritto, mentre quello della trama sara’ ondulato.
  • Se la stoffa e’ quadrata, rimuovere un filo da ciascuna direzione. Il filo piu’ corto sara’ dell’ordito e quello piu’ lungo della trama.
  • Tirare leggermente la stoffa. I fili dell’ordito non si estenderanno quanto quelli della trama.

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31.2. Il “diritto” del lino

I lini hanno un diritto e un rovescio? E se si’, dovremmo badarci?

Le argomentazioni di “il lino ha un diritto”:

  • Tirare leggermente sulla diagonale. Gli angoli della stoffa si arrotoleranno verso il davanti.
  • Nel tempo, i punti fatti sul lato sbagliato possono diventare distorti.

Le argomentazioni di “il lino non ha un diritto” e “il lino ha un diritto ma non ha importanza”:

  • Alcuni lini hanno un lato piu’ lucente, ma questo e’ dovuto a trattamenti successivi alla tessitura.
  • Se anche un esperto ha difficolta’ a dire la differenza, non deve essere poi cosi’ importante.
  • I tessitori di una delle grandi fabbriche di tessuti da ricamo dicono che i due lati sono identici.

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31.3. L’estremita’ giusta del filo

Potreste avere letto messaggi che parlavano della “estremità giusta” o “direzione del filo”. Vediamo cosa significa e perché dovreste (o non dovreste) curarvene. Si, questo è un altro di quegli argomenti
religiosi dove i professionisti sono in disaccordo.

Qui ci sono i commenti sintetizzati delle differenti scuole di pensiero.

  • Scuola “il filo ha una estremità giusta, e l’estremità conta”
    • L’estremità che viene fuori per prima dalla matassina è l’estremità giusta.
    • Se il filo è già tagliato, tieni le due estremità in una mano, tra il pollice e l’indice. Lascia sporgere circa 1/2 pollice (poco più di un centimetro) di ciascuna estremità. Date qualche
      colpetto leggermente su entrambe le estremità con l’altro indice. L’estremità che si allarga maggiormente, che “fiorisce” è l’estremità giusta.
    • Per trovare l’estremità giusta di un singolo filo, tenetelo su, e fatelo scorrere tra pollice ed indice. La direzione in cui si sente più morbido, più liscio, è la direzione giusta, e la cima è
      l’estremità giusta.
    • Alcune persone trovano più semplice separare un filo quando è preso dall’estremita’ giusta. Hanno meno problemi di aggrovigliamenti.
    • L’ago dovrebbe essere infilato con l’estremità giusta. I punti vengono meglio, e i nodi appaiono più raramente.
    • E un cattivo modo di ricamare, farlo senza fare attenzione alla direzione del filo.
  • Scuola “il filo ha una estremità giusta, e l’estremità non ha importanza”
    • Se serve una lente di ingrandimento per vedere la differenza nelle croci ricamate, distinguere l’estremità giusta del filo è una perdita di tempo.
    • Il metodo del filo ripiegato per iniziare il lavoro (dove per definizione un capo è la parte giusta e l’altro è quella sbagliata) può aiutare a tenere ordinato il dietro del lavoro.
  • Scuola “il filo non ha una estremità giusta”
    • I grandi produttori di filato affermano che il loro fili non hanno pelo e quindi non c’è una estremità giusta.
    • I metodi di produzione moderni forniscono fili che non hanno una estremità giusta.

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32. La quantita’ di filato per punto croce

La quantità di filo necessaria per un progetto può variare da ricamatrice a ricamatrice. Lo schema sottoindicato dovrebbe essere utilizzato solo come una guida generale. Potreste ottenere meno punti per matassina se state facendo un progetto molto complesso o se avete una “mano” morbida.

La formula utilizzata per ottenere questo schema è descritta alla fine.

Trovate il “count” (numero di punti per pollice) nella colonna di sinistra, e andate avanti nella riga.

Trovate il numero di fili utilizzati in cima alla tabella e andate in giù.

Il numero di punti per matassina di filo si trova dove i due si intersecano.

             Numero di capi
               1       2       3       4       5       6
        ------------------------------------------------
C   6  |    1530     765    510     382     306     255
o   7  |    1785     892     595     446     357     297
u   8  |    2040    1020     680     510     408     340
n   9  |    2295    1147     765     573     459     382
t  10  |    2550    1275     850     637     510     425
   11  |    2805    1402     935     701     561     467
   12  |    3060    1530    1020     765     612     510
   13  |    3315    1657    1105     828     663     552
   14  |    3570    1785    1190     892     714     595
   15  |    3825    1912    1275     956     765     637
   16  |    4080    2040    1360    1020     816     680
   17  |    4335    2167    1445    1083     867     722
   18  |    4590    2295    1530    1147     918     765
   19  |    4845    2422    1615    1211     969     807
   20  |    5100    2550    1700    1275    1020     850
   21  |    5355    2677    1785    1338    1071     892
   22  |    5610    2805    1870    1402    1122     935
   23  |    5865    2932    1955    1466    1173     977
   24  |    6120    3060    2040    1530    1224    1020
   25  |    6375    3187    2125    1593    1275    1062
   26  |    6630    3315    2210    1657    1326    1105
   27  |    6885    3442    2295    1721    1377    1147
   28  |    7140    3570    2380    1785    1428    1190
   29  |    7395    3697    2465    1848    1479    1232
   30  |    7650    3825    2550    1912    1530    1275
   31  |    7905    3952    2635    1976    1581    1317
   32  |    8160    4080    2720    2040    1632    1360
   33  |    8415    4207    2805    2103    1683    1402
   34  |    8670    4335    2890    2167    1734    1445
   35  |    8925    4462    2975    2231    1785    1487
   36  |    9180    4590    3060    2295    1836    1530
   37  |    9435    4717    3145    2358    1887    1572
   38  |    9690    4845    3230    2422    1938    1615
   39  |    9945    4972    3315    2486    1989    1657
   40  |   10200    5100    3400    2550    2040    1700
   41  |   10455    5227    3485    2613    2091    1742
   42  |   10710    5355    3570    2677    2142    1785
   43  |   10965    5482    3655    2741    2193    1827
   44  |   11220    5610    3740    2805    2244    1870
   45  |   11475    5737    3825    2868    2295    1912
   46  |   11730    5865    3910    2932    2346    1955
   47  |   11985    5992    3995    2996    2397    1997
   48  |   12240    6120    4080    3060    2448    2040
   49  |   12495    6247    4165    3123    2499    2082
   50  |   12750    6375    4250    3187    2550    2125
   51  |   13005    6502    4335    3251    2601    2167
   52  |   13260    6630    4420    3315    2652    2210
   53  |   13515    6757    4505    3378    2703    2252
   54  |   13770    6885    4590    3442    2754    2295
   55  |   14025    7012    4675    3506    2805    2337

Per coloro i quali vogliono conoscere i dettagli, qui viene spiegato come viene calcolata la tabella. Come vedrete, c’è una buona dose di approssimazione.

Una matassina di filato è lunga approssimativamente 8 yarde e 1/2 (una yarda corrisponde a 91,5 cm). Assumiamo che la maggior parte delle persone ricami con una gugliata lunga 18″ (circa 45 cm). Dalla matassina si ottengono 17 segmenti di 18 pollici l’uno.

Perlopiu’ la gente ricama con più di un capo. Ci sono 6 capi di filo per matassina. Cosi’ 6/capi_utilizzati è il numero di gugliate che si ottengono da ogni segmento.

Lasciamo 3″ (circa 7,5 cm) per ogni gugliata per iniziare ed affrancare il filo, e per sprechi generici. Si ottengono 15″ (38 cm) di filato utilizzabile per ogni gugliata di 18″.

Ora, di quanti pollici di filo necessita ogni singola croce? Utilizzando il teorema di Pitagora per calcolare la lunghezza di ogni mezzo punto su una stoffa 14 count (aida 55), e aggiungendo le barrette verticali sul retro, e aggiungendo ancora un pochino d’avanzo, otteniamo 6/count (dove count è il numero di punti per pollice). Ricordate, ho detto che c’è una buona dose di approssimazione.

Così la formula finale è:

punti_per_matassina = 17 * (15/(6/count)) * (6/capi_utilizzati)

Ho utilizzato questa formula in uno script per Perl per produrre la tabella precedente.

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Copyright 1994-2000 Kathleen M. Dyer

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Ultima modifica: 13 giugno 2000


Questa traduzione è un mio lavoro personale, e vi possono essere degli errori.

Se notate delle incongruenze, siete pregati di segnalarmele tramite la pagina dei contatti. Vi ringrazio per la collaborazione.

Un ringraziamento speciale a Marie-Claire, che mi ha sopportata durante la traduzione e mi ha aiutato a chiarire i punti piu’ oscuri.

2 pensieri su “Guida al punto croce

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